Creative Mornings, a colazione con Umberto Guidoni

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Guidoni

Non da Tiffany, ma con l’astronauta. È la bizzarra colazione scientifica organizzata da Creative Mornings Roma, appena svoltasi nella suggestiva cornice della Casa del Cinema a Roma, di cui Galileo è stato media partner e che ha avuto come protagonista un ospite d’eccezione, Umberto Guidoni, primo europeo a salire sulla Stazione spaziale internazionale nel 2001. L’astronauta, che ha partecipato a due missioni Nasa, con lo Space Shuttle Columbia nel 1996 e con l’Endeavour nel 2001, ha ripercorso emozioni e paure provate durante le missioni e raccontato come si svolge, dal decollo al rientro, la vita quotidiana di un astronauta.

“Tutto inizia sulla rampa di lancio, alla quale è saldamente imbullonato il razzo prima del decollo – i bulloni, che vengono fatti esplodere contemporaneamente all’accensione dei motori, vengono consegnati agli astronauti dopo il loro rientro sulla Terra. Conservo ancora quelli delle due missioni cui ho partecipato”, ha spiegato Guidoni. “In quel momento, noi astronauti a bordo siamo gli unici esseri umani presenti nel raggio di sei chilometri dalla rampa. Al conto alla rovescia, la tensione è altissima. Un aneddoto: “Uno dei due decolli che ho vissuto in prima persona è stato particolarmente drammatico. L’indicatore della potenza di un motore si era fermato a metà: il lancio andava abortito. Stavo ripercorrendo febbrilmente la lista delle operazioni da compiere per uscire dalla capsula e mettermi al sicuro, quando il razzo è decollato. Fortunatamente, si trattava di un malfunzionamento dell’indicatore: la strumentazione a terra aveva rilevato invece che i valori erano tutti nella norma”.

L’astronauta ha poi raccontato le sensazioni provate vivendo in condizioni di microgravità e l’incredibile emozione di guardare il nostro pianeta dallo Spazio e vivere diverse albe e tramonti nello stesso “giorno”. Per arrivare infine a spiegare quanto è cambiato negli ultimi quindici anni di esplorazione spaziale, soprattutto nell’ambito della comunicazione, cui l’astronauta è da sempre stato molto attento: “Durante la mia permanenza nello Spazio”, ha raccontato, “non avevamo a disposizione alcun collegamento internet. Avevamo la possibilità di comunicare con le nostre famiglie solo per pochi minuti a settimana. Non c’era modo di scattare foto digitali: avevamo a disposizione macchine analogiche i cui rullini si sviluppavano solo dopo il rientro sulla Terra. Oggi la Stazione spaziale internazionale è dotata di connessione a internet, che permette a chi vi vive di comunicare in tempo reale con la Terra”. Chissà, potendo tornare nello Spazio, cosa twitterebbe oggi Guidoni da lassù.

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