Salute

Sì, le creme solari ritardano la comparsa di melanoma

(Credits:
Peter Dutton)

Con l’arrivo della bella stagione saranno in molti a godersi l’aria aperta e le giornate di sole, potentissimo antidepressivo e importante per la produzione di vitamina D. Nonostante questi innegabili benefici però, l’esposizione al sole è da maneggiare con cautela, per evitare invecchiamento della pelle, scottature e aumentare con esse il rischio di tumori alla pelle, perché le radiazioni solari sono cancerogene. Ogni anno si stima che in Italia siano circa 10 mila le persone che si ammalano di melanoma e il Sole è il primo tra i responsabili, tanto che ogni anno in vista della bella stagione è bene ripassare le regole d’oro per rimanere all’aria aperta.

Regole tra cui compaiono ovviamente anche le creme solari, immancabili accessori da spiaggia per la loro capacità di prevenire le scottature. E i melanomi. Lo conferma oggi uno studio guidato da Christin Burd dell’Ohio State University Comprehensive Cancer Center presentato all’ultimo meeting annuale dell’American Association for Cancer Research.

Uno dei principali fattori di rischio del melanoma è, lo ripetiamo, proprio l’esposizione alle radiazioni solari, in particolare alla radiazione ultravioletta (UV). Burd ha sottolineato come, finora, le creme solari non fossero state studiate a fondo nell’ottica della prevenzione del melanoma, perché testate in ambito cosmetico, utilizzando soggetti sani o modelli di pelle sintetica.

Per capirne di più, Burn e colleghi hanno utilizzato dei topi, modificati geneticamente per sviluppare rapidamente il melanoma quando esposti ai raggi UVB. Ad alcuni di questi topi sono state applicate una serie di creme solari con fattore di protezione 30, prima dell’esposizione ai raggi UVB, quelli responsabili di eritemi e scottature. I ricercatori hanno quindi osservato che tutte le tipologie di creme testate hanno ritardato lo sviluppo del melanoma e diminuito l’incidenza del tumore, con piccole differenze tra una crema e l’altra.

Un risultato importante, ma su cui i ricercatori sono però cauti, sottolineando in primo luogo alcuni limiti che dovranno essere superati per ottenere risultati soddisfacenti. Fra questi, la necessità di utilizzare l’intero spettro di radiazioni UV e non limitarsi, quindi, alle sole radiazioni UVB.  Guardando più in là l’obiettivo potrebbe essere poi quello di identificare i fattori che ostacolano l’insorgenza del melanoma tra i vari ingredienti delle creme solari, per potere produrre, in futuro, delle creme più efficaci nella prevenzione dei tumori della pelle.

Riferimenti: Ohio State University Wexner Medical Center

Andrea Corti

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