Nel parco naturale di Kopacki Rit, in Croazia, ci sono ancora evidenti segni della recente guerra con la Serbia: trincee, bunker e, cosa ancor più grave, odiose mine antiuomo e anticarro sono disseminate tra la vegetazione e gli acquitrini. Le conseguenze sono disastrose. Dei circa settemila animali presenti prima che scoppiasse la guerra, oggi ne rimangono solo mille. Anche per gli uccelli il parco non è più un luogo sicuro: delle 285 specie di uccelli un tempo presenti, fra cui alcune rare come la cicogna nera, pochissime vi si rifugiano ancora. “Durante la guerra Kopacki Rit si trovava sulla linea del fronte. Le truppe occupavano interamente la riserva, che è stata completamente minata”, afferma Tibor Mikuska, biologo. Il parco, istituito nel diciassettesimo secolo, è una delle più grandi aree protette d’Europa: si estende su un territorio di circa 17 mila ettari, delimitato dalla Drava e dal Danubio, al confine tra Croazia e Repubblica Serba.
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