Categorie: Spazio

Quelle fiammate sismiche

Le fiammate improvvise che a volte eruttano dalla superficie del Sole non solo sparano nello spazio enormi quantità di energia sotto forma di particelle cariche, plasma e raggi X, ma hanno un impatto violentissimo anche all’interno del Sole stesso. Per la prima volta è stato osservato che quelli che a noi dalla Terra sembrano poco più che dei bagliori, in realtà producono anche un effetto molto simile a quello di un terremoto terrestre, ma dalla potenza migliaia di volte superiore. I “solemoti” potrebbero avere un’energia pari a circa 40 mila volte quella del sisma che rase al suolo San Francisco nel 1906. La scoperta, firmata sull’ultimo numero di Nature da Alexander G. Kosovichev, dello Stanford University, e da V. Zharkova, dell’Università di Glasgow, è stata fatta osservando i dati raccolti dalla sonda Soho su una fiammata solare di media intensità avvenuta il 9 luglio 1996.

I risultati sono stati presentati il 27 maggio scorso a Boston, nel corso di una conferenza internazionale organizzata dall’American Geophysical Union. Davvero impressionanti i dati sull’energia rilasciata dal sisma. Da alcune stime approssimative, sarebbe sufficiente ad alimentare di corrente elettrica gli Stati Uniti per almeno 20 anni ai livelli di consumo attuali. Le sue onde si propagano un po’ come quelle provocate dal lancio di un sasso nell’acqua. Solo che nel fenomeno osservato erano alte più di tre chilometri e ne hanno percorsi 120 mila (10 volte il diametro della Terra) prima di smorzarsi. E’ stato anche calcolato che la loro velocità di propagazione ha raggiunto dei picchi attorno ai 180 mila chilometri l’ora.

Ma come è possibile che una potenza così inaudita derivi da ciò che finora avevamo considerato semplici, seppur violenti, bagliori? Le fiammate solari producono elettroni ad alta energia. essi vengono “risucchiati” attraverso tunnel di energia magnetica e a loro volta producono raggi X, microonde e le violentissime onde d’urto che scatenano il sisma. I ricercatori hanno poi appurato che il moto all’interno del Sole è di tipo compressivo, della stessa specie delle onde di tipo “P” generate da un terremoto terrestre.

I dati analizzati da Kosovichev e Zharkova sono stati raccolti dal Michelson Doppler Imager, uno strumento installato a bordo della sonda Soho, dell’Agenzia spaziale europea e della Nasa. I due ricercatori erano a caccia dei “solemoti” già da tempo e alcuni anni fa svilupparono una teoria in grado di prevederne e spiegarne l’esistenza. Ma finora nessuno li aveva mai visti. Ora invece si sono potuti osservare, e addirittura 10 volte più potenti di quanto ci si aspettasse. Ora questa scoperta permetterà anche di rivedere alcune delle vecchie teorie sugli aspetti geologici e sulla profondità del sole.

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