Cryosat ci riprova

L’agenzia spaziale europea (Esa) ha dato il via libera alla costruzione di una copia del satellite Cryosat, la sonda persa lo scorso ottobre nell’oceano Artico, a qualche ora dal decollo. Partita dalla base di Plesetsk, in Russia, Cryosat 1 si schiantò in mare aperto a causa di una disfunzione del software di bordo del razzo lanciatore. La missione Cryosat 2 ci riprova: sarà pronta in tre anni e permetterà di comprendere come i ghiacci polari rispondono ai cambiamenti climatici. Anche se i ministri europei si erano già dichiarati d’accordo nel replicare la missione, la decisione finale ricadeva sul Earth Observation Programme Board dell’Esa, che si è riunito questa settimana a Parigi. Ottenuta l’approvazione, Cryosat 2 non dovrà deludere le aspettative degli scienziati che cercano chiarimeni su quanto le lastre di ghiaccio ai Poli stiano aumentando o diminuendo il loro spessore. Ma il secondo tentativo non sarà una replica esatta del primo. Cryosat 2 passerà molto più vicino ai poli di quanto non avrebbe dovuto fare il predecessore e lascerà inesplorata una zona del polo Sud più piccola di quella prevista per Cryosat 1. La possibilità di riutilizzare infrastrutture sviluppate per la costruzione di Cryosat 1 permetterà di ridurre i costi di costruzione passando dai 140 milioni di euro necessari per la prima navicella ai 106 milioni di euro per il suo gemello. (i.a.)

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