Da destra o da sinistra?

Un moscerino si posa sul gomito destro. Lieve prurito, spostamento dello sguardo verso il gomito, identificazione dell’intruso e della sua posizione e, infine, colpo secco. Questa reazione non è così istantanea come si può pensare. Anzi, il cervello sembra ritardare apposta la percezione cosciente della senzazione tattile, come riporta uno studio su Current Biology del Gruppo per la Ricerca di Neuroscienze Cognitive (Grnc) di Barcellona.

Il cervello si trova spesso a dover generare risposte rapide integrando stimoli che producono informazioni in contraddizione: se, per esempio, incrociamo le braccia e portiamo il braccio destro sul lato sinistro ed il braccio sinistro sul lato destro, le nostre mani si troveranno in una posizione spaziale che è invertita rispetto alla localizzazione originaria. In questo caso il cervello deve essere capace di integrare corettamente l’informazione di uno stimolo tattile (per esempio un pizzicotto) sulla mano destra, anche se lo stimolo visivo arriva di fatto dalla parte sinistra. Per evitare errori il cervello ha bisogno di tempo per compiere un riallineamento delle informazioni di due mappe spaziali diverse: quella che rigurada il corpo e quella che riguarda tutto il resto.

Per capire come funziona il meccanismo, i ricercatori hanno valutato la risposta di 32 studenti universitari a una serie di stimoli tattili e visivi. Ogni studente è stato sottoposto a 600 prove. “Innanzitutto abbiamo chiesto ai partecipanti di incrociare la braccia, in modo che la posizione delle mani fosse in conflitto con quella anatomica” spiega  Salvador Soto-Faraco, uno degli autori dello studio, “poi, abbiamo stimolato una delle due mani”. Pochi decimi di secondo dopo, una piccola luce (stimolo visivo) si accendeva a destra o a sinistra. Sia gli stimoli tattili che quelli visivi venivano prodotti in maniera del tutto casuale. Inoltre, il flash di luce poteva essere generato 60 o 200 millisecondi dopo lo stimolo tattile, in modo da valutare se il tempo trascorso tra i due stimoli influenzasse o meno la risposta.

Risultato? Solo quando lo stimolo visivo veniva prodotto con un ritardo sufficiente (200 millisecondi) e la sua posizione collimava con quella dello stimolo tattile (sinistra con sinistra o destra con destra), il cervello era in grado localizzare la posizione dello stimolo tattile sulla pelle in modo corretto. “I risultati mostrano chiaramente”, spiega Elena Azañón, secondo autore, “che il cervello è in grado di individuare correttamente un punto sul corpo solo quando questo non è in conflitto con uno stimolo esterno, per esempio la vista del moscerino”.

In pratica il cervello, per evitare confusione, annota la percezione tattile a livello subliminale, assume altre informazioni in merito,  e poi  produce una risposta, congruente allo stimolo. “In poche parole, è come quando prendiamo degli appunti in brutta” conclude Salvador Soto-Faraco “ma poi scriviamo il tema senza nemmeno considerare la bozza”. (i.n.)

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