Dart, la missione della Nasa per difenderci dagli asteroidi

Un’altra ambiziosa missione è nei piani della Nasa. Per difenderci una volta per tutte da un potenziale futuro impatto con un asteroide, l’agenzia spaziale americana vuole capire se e come è possibile deviare tali corpi dalla loro rotta. Per farlo, l’agenzia ha intenzione di lanciare una nuova missione spaziale, nel 2024, chiamata Dart (Double Asteroid Redirection Test), che consisterà per l’appunto in un test sul reindirizzamento della rotta di un asteroide servendosi della cosiddetta tecnica dell’impatto cinetico – ovvero uno scontro spaziale ad altissima energia contro l’asteroide stesso. “Dart sarebbe la prima missione della Nasa per provare a colpire un’asteroide, deviarne la traiettoria, e difendersi così da un potenziale impatto con la Terra”, spiega Lindley Johnson, funzionario della Nasa Headquarters a Washington.

Annunciata a pochi giorni di distanza dalla giornata degli asteroidi (30 giugno), una ricorrenza annuale volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca del mondo degli asteroidi, la nuova missione consisterà nel far incontrare una sonda spaziale, che la momento è nella fase preliminare di progettazione, con un sistema binario di asteroidi chiamato Didymos, scoperto nel 1996 e composto, appunto, da due corpi rocciosi: uno più grande (Didymos A) che misura circa 780 metri e uno piccolo (Didymos B) di circa 160 metri.

La missione è proprio quella di colpire l’asteroide più piccolo, con una forza sufficiente tale da costringerlo a deviare la sua traiettoria.

Secondo le previsioni dei ricercatori della Nasa, i due asteroidi dovrebbero avvicinarsi al nostro pianeta in un primo momento nel 2022 e successivamente nel 2014.

La collisione, inoltre, avverrà ad una velocità veramente impressionante, a circa 6 chilometri al secondo, circa nove volte più velocemente di un proiettile sparato da una pistola. Gli scienziati della Nasa calcolano che l’impatto sarà sufficiente per ridurre lievemente la velocità dell’asteroide. E anche se questa sarà solo rallentata, dovrebbe essere sufficiente a modificare la sua traiettoria orbitale dell’asteroide. “La missione è un passo molto importante nel mostrare come la Terra può essere protetta da un possibile impatto con un asteroide”, spiega Andy Cheng del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (Stati Uniti). “Dal momento che non sappiamo molto circa la struttura o la composizione interna degli asteroidi, dobbiamo eseguire questo esperimento su un asteroide reale”.

Via: Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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