Categorie: Spazio

Deep Space Industries, l’azienda mineraria spaziale

Dopo SpaceX e Planetary Resource, un’altra azienda privata entra nell’agone per la conquista dello spazio: dunque è davvero iniziata l’era dell’esplorazione spaziale da parte dei privati. Stavolta si tratta della Deep Space Industries (Dsi) di Rick Tumlinson, che il 22 gennaio, durante una conferenza stampa, ha annunciato i suoi piani per inviare delle navicelle verso gli asteroidi vicini alla Terra con lo scopo di estrarne le risorse minerarie e trasformarle in prodotti lavorati, usando stampanti 3D progettate per funzionare nello spazio.

“Il nostro obiettivo è la prospezione, la ricerca, la raccolta, l’estrazione e la produzione di pezzi utilizzando le risorse che si trovano nello spazio”, ha detto Tumlinson. In effetti, sugli asteroidi ci sono materiali potenzialmente molto preziosi: nichel, silicio, platino e acqua, che può essere suddivisa in idrogeno e ossigeno per produrre carburante per i razzi. L’idea di Dsi è la costruzione di una flotta di veicoli, chiamati Fireflies, che viaggeranno verso gli asteroidi per un tempo compreso tra due e sei mesi. Le navicelle saranno costruite assemblando diversi CubeSat, satelliti in miniatura a basso costo, per costruire macchine dal peso di 25 kg circa in grado di raccogliere i dati per determinare quali siano gli asteroidi più ricchi di risorse. Il primo lancio è previsto per il 2015. 

Più in là, racconta Tumlinson, Dsi vorrebbe lanciare una navicella più grande, la Dragonfly, in grado di compiere un viaggio di andata e ritorno da un asteroide e portare circa 70 kg di materiale spaziale sulla Terra. L’azienda ha annunciato di avere una tecnologia brevettata per estrarre i materiali dal suolo e modificarli con una stampante 3D. Proseguendo lungo questa linea di sviluppo, Dsi ha idee ambiziose: arrivare a creare satelliti di comunicazione e addirittura centrali solari completamente costruiti nello spazio e usando solo materiali spaziali.

È da sottolineare, però, che per trasformare queste idee in realtà concrete ci sono ancora molti ostacoli da superare. Primo fra tutti, la questione economica. Se Planetary Resources ha riscosso un certo credito perché ha solidi investitori alle sue spalle, per Dsi la situazione non è esattamente la stessa: Tumlinson ha annunciato di essere alla ricerca di clienti e sponsor, ma non ha rilasciato nessuna dichiarazione sulla situazione finanziaria attuale dell’azienda. E, si sa, mandare una navicella in orbita non è affare da pochi spiccioli.

Via: Wired.it

Credits immagine: FlyingSinger via Compfight cc

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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  • Questa notizia ha tutta l'aria di una bufala, da parte di un'azienda che cerca probabilmente solo pubblicità e finanziamenti, e non ha nessun progetto fattibile in mano.
    Con quello che costano le missioni spaziali, è pensabile che sia economicamente fattibile andare a cercare 70 kg dil materiale che si trova tranquillamente sulla terra, su un asteroide per riportarlo sulla terra?

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