Diabete e Alzheimer, uniti da una proteina

I ricercatori della University of Chicago e dell’Argonne National Laboratory hanno decifrato la struttura tridimensionale dell’enzima che degrada l’insulina (IDE). Una scoperta che offre risvolti promettenti per la cura dell’Alzheimer. La proteina, infatti, è capace di degradare non solo l’insulina ma anche la beta-amiloide, la sostanza che si accumula nei neuroni ed è colpevole del morbo di Alzheimer. Si tratta quindi di un importante bersaglio per futuri farmaci sia contro il diabete che contro questa forma di demenza senile.

Lo studio, pubblicato su Nature, descrive le diverse strutture che assume l’enzima quando forma ammassi complessi con le quattro proteine che digerisce: l’insulina, i beta-amiloidi, l’amilina e il glucagone. L’alta risoluzione della struttura cristallografica di questi agglomerati è stata ottenuta utilizzando radiazioni di fotoni del sincrotrone dell’Argonne National Laboratory. La struttura dell’enzima assomiglia alla nota figura del video gioco “Pac-Man”. La proteina può assumere una configurazione a “bocca chiusa”, nella quale si forma uno spazio chiuso capace di ospitare piccoli peptidi inferiori ai 50 aminoacidi, come l’insulina o i beta-amiloidi.

Conoscere la struttura dell’enzima vuol dire conoscere come questa funziona e poter sviluppare nuovi farmaci per diminuirne o aumentarne l’attività”, ha dichiarato Wei-Jen-Tang primo autore dello studio. Per il momento i ricercatori sono riusciti ad introdurre piccole mutazioni nella struttura dell’enzima in grado di aumentarne l’attività di 40 volte. Il prossimo passo sarà quello di progettare un farmaco che possa mimare queste mutazioni. (fr.c.)

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