È lenta ma costante la diminuzione del ricorso alla pena di morte nel mondo. È quanto emerge dal rapporto 2010 dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”, presentato lo scorso 31 luglio a Roma. Secondo l’analisi, nel 2009, i paesi totalmente abolizionisti sono saliti a quota 96 e le esecuzioni sono scese a 5.679 (nel 2008 erano state 5.735 e l’anno prima 5.851). Nella sola Asia sono state 5608 e di queste il 98 per cento è stato eseguito in Cina (l’88 per cento del totale mondiale). Subito dietro l’Iran che ne ha effettuate almeno 402 e l’Iraq con 77. Sono questi tre i paesi con il più alto numero di pene capitali eseguite.
Si tratta in tutti e tre i casi, fanno notare i membri dell’associazione, di Paesi con regimi illiberali, autoritari o dittatoriali, come 35 delle 46 nazioni dove ancora vige la pena di morte. In 15 di questi Paesi è stato eseguito lo scorso anno il 99 per cento delle esecuzioni.
In Africa, nel 2009 sono state eseguite esecuzioni solo in Botswana, Egitto, Libia e Sudan mentre la pena capitale è stata abolita in Ruanda, Burundi e Togo. Per il prossimo anno l’obiettivo di Nessuno tocchi Caino è l’abolizione in Benin, Gabon e Repubblica Democratica del Congo. Infine, sia L’Europa sia le Americhe, potrebbero dirsi continenti completamente liberi dalla pena di morte se non fosse per un unico paese non abolizionista: la Bielorussia, per quanto riguarda la prima e gli Stati Uniti – 52 esecuzioni lo scorso anno- per le seconde.
Riferimenti: Rapporto 2010 Nessuno tocchi Caino
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Anche io sono per l'abolizione della pena di morte.
L'uomo ha i suoi limiti e si comporta come se fosse il padrone della vita degli altri, giudica, si vendica, ma non vuole capire le cause che hanno indotto una persona a comportarsi in quel modo, quanti innocenti sono morti urlando la loro innocenza! Altri erano davvero colpevoli ma avevano malattie mentali, è giusto ucciderli, che aiutarli e curarli? Anche il carcere duro non aiuta a redimerlerlo, Basta vedere il film "Il profeta".