CINQUE anni. Sono quelli che, secondo il centro ricerche Ibm, ci separano dal momento in cui ciò che diciamo o scriviamo potrà essere usato per capire il nostro stato di salute mentale e fisico. Come? Grazie a sistemi cognitivi, software complessi e sofisticati capaci di individuare e analizzare schemi o “ricorrenze peculiari” del nostro linguaggio, scritto o parlato, per scovare segnali, altrimenti invisibili, di disturbi psichici e neurologici. D’altronde uno studio condotto al dipartimento di Psichiatria della Columbia University ha dimostrato come sia possibile per un “sistema intelligente” individuare, in un gruppo di 15 ragazzi ad alto rischio di disturbo mentale, chi svilupperà psicosi sulla base dell’analisi dei loro discorsi.
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