Si chiama conchiglia del nucleo accumbens ed è stata identificata dai ricercatori del Centro studi per la neurofarmacologia del Cnr di Cagliari come la zona del cervello su cui agiscono le droghe come la cocaina e l’ecstasy. L’annuncio è stato dato sulla rivista Journal of Neuroscience da Gaetano Di Chiara, che ha svolto uno studio in collaborazione con Bruno Giros dell’Inserm di Parigi. Dopo aver ottenuto un ceppo geneticamente modificato di topi privi del normale recettore per la cocaina, il cosiddetto Dat, gli studiosi si sono accorti con sorpresa che in questi animali la cocaina e l’anfetamina continuavano a esercitare i loro effetti piacevoli nonostante l’assenza del normale recettore per le droghe. E’ così che si è fatta strada l’ipotesi dell’esistenza di un secondo meccanismo rispetto a quello finora conosciuto, che produce gli stessi effetti di desiderio e di gratificazione della droga. La conchiglia, infatti, è una minuscola area del cervello dove le droghe provocano la liberazione del neurotrasmettitore dopamina. Proprio l’eccesso di dopamina nella conchiglia è alla base della capacità di alcune sostanze di indurre dipendenza. “I risultati della ricerca”, ha spiegato Di Chiara, “aprono grosse prospettive nella ricerca farmacologica e in particolare danno la possibilità di mettere a punto farmaci intelligenti, cioè selettivi, per bloccare alcuni recettori molecolari nella sola area della conchiglia del nucleo e combattere così la dipendenza da cocaina”. (r.p.)
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