Tecnologia

Il drone che rilascia zanzare sterili contro la malaria e la dengue

Ogni anno 1 milione di persone contraggono infezioni trasmesse da “vettori” animali, come le zanzare, responsabili da sole del 17% di tutte le malattie infettive. Contrastare queste malattie, come la Zika, la dengue o la malaria, significa prima di tutto evitare alle zanzare di pungere le loro vittime. Come? Controllando le popolazioni stesse di zanzare, magari anche con l’aiuto dalla tecnologia. Un gruppo di ricerca internazionale, fra cui l’Università di Montpellier, ha utilizzato un drone dotato di sensori e telecamere disperdere circa 200mila zanzare sterili di sesso maschile in un’area di 20 ettari sulla costa orientale del Brasile. Un intervento di controllo genetico che è servito a ridurre la fertilità delle zanzare e il numero di uova lasciate dalle femmine. I risultati del lavoro sono pubblicati su Science Robotics.

Paracadutare le zanzare

La tecnica basata sull’uso di insetti sterili è un metodo di controllo genetico utilizzato già da tempo, anche a fronte dei limiti dell’impiego degli insetticidi, e si è dimostrato effettivamente efficace nel controllare le popolazioni di insetti, spesso proprio le zanzare. Qual è però il modo migliore per diffondere nell’ambiente questi insetti? L’idea dei ricercatori che raccontano oggi il loro progetto è stata quella di rilasciarli dall’alto, attraverso un drone equipaggiato con campioni preselezionati di zanzare e dotato di sensori e telecamere. La zanzara a bordo dal drone utilizzata negli esperimenti è la Aedes aegypti, l’insetto all’origine della febbre gialla, ma vettore anche di altri virus, come quello responsabile della dengue, della Zika e della chikungunya.

Un risultato di successo

Da quanto rivelato sul campo il metodo funziona: le zanzare rilasciare dal drone contribuiscono a modificare la composizione della popolazione locale. Nelle analisi di monitoraggio, i ricercatori si sono accorti infatti che le zanzare di sesso maschile e sterili erano aumentate, mentre quelle “native”, non sterili, erano diminuite. Ma anche la fertilità delle femmine era ridotta. Utilizzando delle speciali trappole per analizzare le uova, infatti, gli autori hanno rilevato che la proporzione di uova non fecondate era più alta del 50% rispetto a quelle di una zona vicina in cui non era stato effettuato l’intervento.

I costi potrebbero essere più bassi

Il nuovo approccio è risultato conveniente anche dal punto di vista economico rispetto a quello di un altro intervento svolto in Cina, con una riduzione di circa venti volte i costi totali. L’approccio adottato in Cina prevedeva un’azione dal basso (non col rilascio dall’alto degli insetti) e si era basato su A. albopictus, la zanzara tigre, classificata fra le 100 specie più invasive al mondo, che in alcune regioni tropicali e subtropicali può trasmettere malattie come febbre gialla, dengue, Zika e chikungunya. Il prossimo passo degli autori sarà quello di ridurre ulteriormente il costo e di rendere più efficiente il metodo di diffusione delle zanzare sterili.

Riferimenti: Science Robotics

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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