E-cigarette, attenti al vapore passivo

Le sigarette elettroniche come quelle tradizionali. Tanto che le e-cigarettes, secondo un emendamento presentato alla legge di Stabilità, potranno essere vendute anch’esse in tabaccheria, equiparando così i dispositivi elettronici alle bionde. Una notizia che ha scatenato una polemica sul fronte commerciale nei giorni scorsi. Sono infatti molti quelli che, spinti dal successo dei nuovi dispositivi, hanno aperto negozi ad hoc per la vendita delle sigarette elettroniche. Come riporta Repubblica.it se ne conterebbero una ventina di nuovi a settimana, abbastanza perché le intenzioni del Governo non possano passare inosservate tra i nuovi commercianti, preoccupati di dover chiudere presto i battenti. 

Se la battaglia ora è sul lato commerciale, non si placa neanche quella sul fronte della salute. Lo scorso settembre infatti uno studio presentato al congresso dell’European Respiratory Society di Vienna aveva lanciato l’allarme: le e-cigarettes dimunuirebbero la quantità di ossigeno che arriva ai polmoni compromettendo il passaggio dell’aria nel sistema respiratorio. In quell’occasione i dati presentati al congresso furono lo spunto per discutere più a fondo la sicurezza delle alternative alle bionde. Ci si chiedeva infatti quanto fosse o meno opportuno lasciare al fumatore la libertà della sua disassuefazione (visto che nelle e-cig è lui a decidere quanta nicotina inserire nel dispositivo, vedi Galileo: E-cigarette: una moda rischiosa per i polmoni).

Il problema era stato affrontato anche dal ministro della Salute, quando alla fine dello scorso settembre, e proprio basandosi sul rischio di dipendenza derivante dall’uso delle sigarette elettroniche, aveva confermato il divieto di vendita per i prodotti contenenti nicotina, per sei mesi, in attesa di uno studio dell’Iss volto a indagare sul problema.

Ora un nuovo studio pubblicato su Indoor Air analizza il profilo di sicurezza delle e-cigarettes prendendo in esame il loro potenziale potere inquinante. Per caratterizzare le emissioni dei dispositivi, gli scienziati del Fraunhofer Institute for Wood Research hanno effettuato una serie di test, misurando concentrazione, quantità e distribuzione delle particelle rilasciate e gli eventuali composti organici volatili (Voc) e formaldeide dispersi nell’aria. I ricercatori hanno quindi confrontato le emissioni di una classica bionda con quelle di diverse sigarette elettroniche in uno spazio di 8 metri cubi. I risultati hanno evidenziato come in generale le emissioni di Voc e particelle ultrafini provenienti dalle e-cigarette siano più basse di quelle di una sigaretta tradizionale, ma non solo. Mentre i dispositivi elettronici non emettono formaldeide (un potente agente tossico) in alcuni casi le bionde ne fanno superare i livelli di sicurezza (ovvero le 0.1 parti per milioni per gli ambienti indoor).

“Mentre è certamente vero che le sigarette elettroniche contribuiscono meno di quelle tradizionali all’inquinamento degli ambienti chiusi, non sono completamente prive di emissioni”, ha spiegato Tobias Schripp, uno degli autori, riferendosi al rilascio nell’aria di glicole propilenico, un agente potenzialmente irritante in grandi quantità, emesso tanto dalle e-cigarettes che dalle bionde. “Di conseguenza è ragionevole pensare che gli astanti siano esposti ai vapori rilasciati e che quindi un ‘vapore passivo’ sia possibile”.

Riferimenti: Indoor Air Doi: 10.1111/j.1600-0668.2012.00792.x

Credits immagine: Jakemaheu/Wikipedia

2 Commenti

  1. Per certo non esiste ancora un vero studio tossicologico che tolga ogni dubbio sulla salubrità della sigaretta elettronica. Non sembrano però esserci dubbi sul fatto che la sigaretta elettronica è meno dannosa della classica bionda.
    Per questo io preferisco continuare a “svapare”.
    Sara

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