Le sigarette elettroniche, la cui validità come strumento antifumo è ampiamente dibattuta, così come il loro profilo di sicurezza, continuano a far discutere. Perché, nella lotta alle malattie respiratorie, è meglio dire di no alle e-cig, anche in assenza di dati certi sui loro effetti sulla salute. Se ne è parlato ieri a Roma nel corso degli European Respiratory Days 2013, una due giorni che si conclude oggi organizzata dall’European Respiratory Society (Esr).
Quando si parla di malattie respiratorie si intende una vasta gamma di condizioni, quali la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma, il tumore al polmone e enfisema. E per tutte esiste una prevenzione essenziale: niente sigarette, tradizionali o elettroniche che siano, come avverte Francesco Blasi, presidente dell’European Respiratory Society: “Innanzitutto mancano i dati sull’efficacia e la sicurezza della sigaretta elettronica. In più le analisi condotte riportano dati contrastanti: tra le sigarette elettroniche contenenti nicotina le percentuali di questa sostanza sono molto variabili tra i dispositivi della stessa marca; inoltre si è evidenziata una presenza di nicotina anche tra le sigarette di molte marche che dichiarano l’assenza della sostanza dal loro prodotto”.
E questi non sono gli unici punti di preoccupazione: “Utilizzando la sigaretta elettronica per un lungo periodo si può andare incontro a problemi respiratori seri, mentre il suo utilizzo dovrebbe essere limitato nel tempo, unicamente allo scopo di smettere di fumare”, spiega Claudio F. Donner, amministratore della Fondazione Italiana Salute Ambiente e Respiro: “Importanti riviste mediche internazionali stanno pubblicando studi riguardanti le sostanze contenute nelle sigarette elettroniche, con conclusioni non positive”.
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