Ecco il censimento mondiale

Nei laboratori di tutto il mondo vengono utilizzati 115 milioni di animali. Lo rivela il censimento mondiale condotto da due associazioni britanniche, la Dr. Hadwen Trust e la British Union for the abolition of vivisection (Buav), pubblicato su Alternatives to laboratory animals (Atla), che distingue anche per specie di appartenenza. Ovviamente il numero più grande è quello dei roditori, con oltre cento milioni di esemplari (83,58%) seguiti dai conigli, con più di un milione (1,72%). Poi ci sono i suini (0,30%), i cani (0,24%), i primati (0,15%) e infine i gatti (0,06%).

La cifra, precisano gli autori, rappresenta però una stima per difetto, viste le molte omissioni nei sistemi di registrazione. Solo il 21 per cento dei paesi in cui si pratica la vivisezione (37 su 179) raccoglie dati sugli esperimenti effettuati all’interno del proprio stato. I ricercatori sono quindi partiti dai dati ufficiali disponibili: 50 milioni di animali usati nella ricerca in 37 paesi. Per gli stati che non hanno fornito numeri, invece, gli studiosi hanno sviluppato un modello statistico basato sulle percentuali di ricerche su animali pubblicati e hanno così aggiunto alla cifra iniziale altri 8 milioni di esemplari. Al conto sono poi stati aggiunti anche quelli utilizzati in laboratorio ma non registrati nelle statistiche, per esempio gli animali gm selezionati per mantenere le colonie, gli animali soppressi perché in eccedenza rispetto alle richieste e quelli uccisi per il prelievo di campioni di tessuto: in tutto altri 57 milioni che fanno salire la cifra a 115.

“È assurdo che così poche nazioni considerino importante tenere il conto degli animali che soffrono nei laboratori”, sostengono le associazioni. “ed è impossibile avere un onesto dibattito sul loro ruolo negli esperimenti e monitorare gli sforzi fatti sul fronte della sostituzione dei modelli animali, quando i dati ufficiali sono così sottostimati”. Anche gli stati che dispongono di statistiche, infatti, presentano gravi omissioni. È il caso della Gran Bretagna, dove gli animali uccisi perché in eccesso o per i loro tessuti non vengono contati. Se lo fossero, le cifre ufficiali del Ministero degli Interni passerebbero da poco più di 3 milioni a oltre 5 milioni. Negli Stati Uniti le statistiche escludono il 93 per cento degli animali utilizzati, ovvero tutti gli uccelli, i ratti, i topi, i pesci, gli anfibi e i rettili. Se fossero contati, le statistiche salirebbero da poco più di un milione a 34 milioni di “cavie”. (r.p.)

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