Fronte sfuggente, occhi bovini, naso alto e piccolo, mascella poderosa e collo taurino. E’ questo il ritratto di Giotto (1267 circa – 1337) ricostruito dai ricercatori che hanno analizzato i resti del padre della pittura italiana rinvenuti trent’anni fa in Santa Maria del Fiore a Firenze. Le spoglie, ritrovate durante gli scavi nell’antica cattedrale fiorentina di Santa Reparata, sotto il Duomo, sono stati oggetto di uno studio multidisciplinare condotto dall’équipe di Francesco Mallegni, docente di paleontologia umana e antropologia nelle Università di Pisa e Palermo. L’immagine che ne è emersa è straordinariamente somigliante alla figura di San Rocco dipinta nella Cappella degli Scrovegni di Padova, attribuita per tradizione alla mano del grande maestro: un uomo alto all’incirca un metro e sessanta centimetri, con una testa grossa e dai tratti asimmetrici su un corpo sgraziato e massiccio. Ma lo scheletro di Giotto, affermano i ricercatori, è un vero e proprio archivio biologico, che rivelerà informazioni preziose sulla sua vita.
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