Una salamandra robot, che come l’animale nuota e cammina. Il dispositivo, messo a punto dal team di Jan Auke Ijspeert del Politecnico di Losanna, e descritto sulle pagine di Science non è solo l’ultima meraviglia hi-tech ma ha una doppia funzione scientifica: svelare una delle pagine più affascinanti dell’evoluzione, il passaggio dalla vita acquatica a quella su terraferma, e mettere le basi per la costruzione di robot con diversi gradi di libertà, che si possano muovere in ambienti molto complessi.
I ricercatori hanno scelto proprio la salamandra per le sue presunte similitudini fisiche con i primi vertebrati che uscirono dalle acque per vivere sulla terra durante il periodo Devoniano, circa 360 milioni di anni fa. “Abbiamo dimostrato come un sistema di locomozione basato su quattro zampe può essere costruito su un primitivo circuito specializzato nel nuoto”, ha spiegato il ricercatore svizzero.
I segnali che controllano il movimento del robot – un corpo giallo con quattro piccole zampe nere a ricordare i colori tipici dell’animale – sono trasmessi da un computer e corrono attraverso il sistema nervoso, attraversando i segmenti come se fossero il midollo spinale. Vengono così trasmessi alle zampe e controllano di volta in volta i movimenti tipici del nuoto e quelli caratteristici del camminare, regolando anche la velocità.
La salamandra hi-tech si candida quindi come modello ideale per studiare il passaggio da un movimento di tipo ondulatorio alla capacità di coordinare il movimento del corpo e quello delle zampe. E “rappresenta un esempio di eccellente fusione di biologia e robotica nel testare ipotesi neurologiche ed evoluzionistiche”, come ha osservato l’esperto di biomeccanica Frank Fish, dell’università West Chester, in Pennsylvania, in un articolo di commento pubblicato nello stesso numero di Science. (l.g.)
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