Ecco le crisi che non si vedono

Sono sempre meno le notizie sulle crisi umanitarie nei tg italiani. Lo rivela il nuovo rapporto sulle crisi dimenticate presentato oggi da Medici senza frontiere (Msf), che ha lanciato la campagna “Adotta una crisi dimenticata” per chiedere ai media di impegnarsi a parlare di una o più emergenze nel corso del 2009 fino alla presentazione del prossimo rapporto. Galileo ha aderito all’iniziativa adottando il tema della co-infezione Hiv-Tbc, penultima nella classifica stilata da Msf.

Il monitoraggio, realizzato in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, ha preso in analisi i notiziari delle reti Rai e Mediaset trasmessi nelle fasce day e prime time. Dal 2006 al 2008 la copertura data alle crisi individuate da Msf è passata dal 10 al 6 per cento: su un totale di oltre 81 mila notizie, meno di cinquemila sono state quelle dedicate a queste crisi. A richiamare il grosso dell’attenzione mediatica è stata la crisi irachena, con 412 notizie, il Pakistan (185) , la Somalia (178), il Myanmar (135) e la malnutrizione infantile (110). Nella parte bassa della classifica troviamo invece la Repubblica Democratica del Congo (70 notizie), lo Zimbabwe (57) il Sudan (54), la coinfezione Hiv-Tbc (39) e infine l’Etiopia, che ha ottenuto solo 6 notizie. Cifre che di per sé dicono poco, ma che fanno riflettere se confrontate con le 121 notizie dedicate all’influenza invernale, all’“emergenza” caldo durante i mesi estivi (81) e alle oltre 200 notizie sulle vicende Carla Bruni-Sarkozy.

Se si va a guardare la distribuzione delle notizie nell’arco dell’anno, troviamo altre sorprese. L’attenzione dei media sulle crisi si concentra infatti in un periodo di tempo breve, in coincidenza di quello che viene definito apice della crisi. Avviene nel caso del Myanmar, di cui i tg si occupano in occasione del ciclone Nargis mentre i bisogni del paese, dove la situazione sanitaria è critica, vanno ben oltre; della Repubblica Democratica del Congo, cui i media hanno prestato attenzione per lo più in occasione dell’assedio alla città di Goma, tra ottobre e novembre dello scorso anno, trascurando il fatto che i combattimenti tra l’esercito del governo e i ribelli sono durati per tutto il 2008 causando la fuga i migliaia di civili e una difficile situazione sanitaria.

L’altra tendenza forte dei nostri tg è poi quella di occuparsi delle crisi solo quando vi è un coinvolgimento italiano o statunitense. E’ il caso dell’Iraq o del Pakistan: la copertura giornalistica c’è stata, ma le notizie relative alla situazione umanitaria della popolazione civile in seguito ai conflitti sono una minoranza, mentre abbondano quelle sul coinvolgimento italiano o sulle dichiarazioni dei politici. Lo stesso accade per la Somalia, afflitta da una grave ondata di violenza che ha affondato un sistema sanitario già al collasso: su 178 notizie totali, ben 93 riguardavano nostri connazionali; e ancora, della malnutrizione infantile si parla soprattutto in occasione dei vertici Fao o del G8, mentre il Sudan, con l’emergenza Darfur, e l’Etiopia, con gli alti tassi di malnutrizione, richiamano l’attenzione dei media italiani principalmente per le iniziative di sensibilizzazione con testimonial famosi.

Lo stesso destino è riservato anche alla crisi della co-infezione Hiv-Tbc, che Galileo ha deciso di adottare con l’impegno di diffondere informazione su questo tema nel corso del 2009. La tubercolosi uccide ogni anno quasi 2 milioni di persone e ne contagia 9 milioni, ed è la principale causa di morte tra le persone affette da Hiv/Aids. Pur essendo in aumento, soprattutto nell’Africa meridionale, la co-infezione sfugge al controllo per mancanza di strumenti diagnostici adeguati. Eppure questo problema ha guadagnato nei tg nazionali appena 39 notizie (34 l’Hiv, e 5 la Tbc), la maggior parte delle quali dedicate a iniziative di sensibilizzazione o all’incidenza dei contagi in Italia (r.p.).

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