Ecco perché l’intuito è vincente

Per fare le scelte giuste nella vita c’è bisogno di intuito. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma che cos’è l’intuito? Un gruppo di ricercatori americani, guidati da Antonio Damasio, della Iowa University, ha condotto un esperimento per tentare di stabilire quale sia il nesso tra la sfera emotiva e la capacità di prendere la decisione giusta di fronte ad un’alternativa. I risultati sono stati pubblicati all’inizio di marzo su Science.

L’esperimento ha coinvolto sedici volontari. Ciascuno di loro ha ricevuto quattro mazzi di carte e duemila dollari. Alcune carte consentivano di guadagnare denaro, altre imponevano penalità. Ad ogni giocatore era richiesto di estrarre carte dai mazzi a loro disposizione e guadagnare il più possibile. I volontari non sapevano, però, che due dei quattro mazzi erano costruiti in modo da portare, a lungo andare, ad un guadagno sicuro. Le penalità imposte dalle loro carte erano di entità minore rispetto alle vincite. Gli altri due mazzi, invece, portavano alla sconfitta sicura. Stava al loro intuito individuare i mazzi “fortunati” e terminare il gioco in vantaggio. Durante l’esperimento, inoltre, il palmo delle mani dei giocatori era collegato ad una macchina, in grado di misurare cambiamenti nella conduttanza elettrica della pelle provocati da un aumento della sudorazione.

Dieci dei volontari coinvolti erano sani, gli altri sei presentavano una danno alla corteccia cerebrale in una regione che si ritiene connessa alla sfera emotiva. Pazienti di questo tipo non perdono la memoria dopo aver subito l’incidente, né registrano un calo del quoziente di intelligenza, ma non sono più in grado di prendere decisioni importanti e mostrano scarsa emotività.

Risultato dell’esperimento: i giocatori sani dopo qualche tentativo individuavano inconsciamente i mazzi vincenti e iniziavano ad utilizzare solo quelli. La sudorazione delle loro mani aumentava ogni qualvolta si accingevano a prendere una carta da quelle perdenti. Dopo aver estratto in media cinquanta carte, dichiaravano di aver capito che c’era una differenza nei mazzi. Dei sei pazienti, nessuno è arrivato alla fase dell’intuito, cioè a percepire inconsciamente la regola del gioco. I sensori sulle loro mani non hanno rilevato alcuna reazione emotiva e, anche quando hanno capito consciamente la differenza tra i mazzi, hanno continuato ad utilizzarli tutti indifferentemente.

Ciò suggerisce, secondo Damasio, che l’emotività ha un ruolo importante nella capacità decisionale di un individuo: permette di registrare le esperienze passate associandole alla sconfitta o alla vittoria e spinge ad optare per una scelta piuttosto che un’altra prima ancora che il problema sia stato affrontato razionalmente. Lo scienziato ritiene che la regione della corteccia cerebrale danneggiata nei soggetti dell’esperimento sia la sede di un meccanismo che “elabora statistiche” dei successi e degli insuccessi passati e fa tesoro delle esperienze precedenti.

“L’intuito ha ben poco a che vedere con l’emotività”, commenta Alberto Oliverio, psicobiologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ”è piuttosto una funzione logica: è la capacità di analizzare una situazione partendo da conoscenze ed esperienze precedenti e stabilire analogie. Quando il soggetto non esplicita neanche a se stesso il ragionamento fatto, allora si parla di intuito. Il cacciatore che esamina il terreno e intuisce che la preda è passata di lì, in realtà coglie piccoli particolari, un’impronta, un ramo fuori posto, che gli fanno capire di essere sulla buona strada. Nel gioco messo in atto nell’esperimento, quel che conta è la memoria e la capacità di associare ricordi. Quando nel prendere una decisione c’è da considerare il fattore umano, allora si rivela utile l’emotività, o meglio l’empatia emotiva, cioè l’abilità di immedesimarsi in un altro e prevederne le reazioni”.

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