Ecografia ad alta risoluzione

Ottenere ecografie con una risoluzione cinquanta volte maggiore di quella attuale: è questo il risultato cui sono arrivati, aggirando una legge fisica, alcuni ricercatori della University of California di Berkeley (Usa) e della Universidad Autonoma de Madrid (Spagna). La nuova tecnica, pubblicata su Nature Physics, aumenta incredibilmente la qualità delle immagini che si possono avere attraverso l’analisi ecografica, uno degli esami più semplici e meno invasivi della diagnostica.

Finora, infatti, la qualità delle immagini è sempre stata un limite per le ecografie. Il motivo va cercato in una legge della fisica per la quale non è possibile scendere a una risoluzione inferiore a quella della lunghezza d’onda che si sta sfruttando: per analogia, è come dire che non si possono misurare i millimetri se si usa un metro. In particolare, negli esami ecografici, dove si sfruttano gli ultrasuoni per generare le immagini, la risoluzione non può scendere al di sotto del millimetro.

Adesso, però, il gruppo di ricerca è riuscito ad aumentare la risoluzione sfruttando le cosiddette onde evanescenti, ovvero le vibrazioni che si creano in prossimità di un oggetto e “decadono” entro una breve distanza, e che permettono di raggirare i limiti di risoluzione. Per farlo, hanno sviluppato un metamateriale a struttura porosa, un tubo di rame lungo 16 centimetri e largo 6, contenente 1.600 cavità. “Con il nostro strumento è possibile raccogliere e trasmettere le onde evanescenti così da ottenere immagini con una risoluzione estremamente più elevata”, ha dichiarato Jie Zhu, il primo autore dello studio. Inoltre, uno dei principali vantaggi di questo metamateriale è che non richiede nuova strumentazione in laboratorio: basta applicarlo all’estremità dalla sonda ecografica per passare alla modalità ad alta risoluzione.

Riferimento: DOI: 10.1038/nphys1804

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