Salute

Arrossamenti ed eruzioni cutanee: i segni del coronavirus sulla pelle

Oltre ai polmoni, sappiamo ormai che il nuovo coronavirus attacca anche altre parti del nostro corpo, come occhi, cuore e fegato. Ma non solo: una sempre crescente mole di studi suggerisce che i pazienti affetti dalla Covid-19 mostrano anche sintomi della pelle, o meglio eruzioni cutanee che possono assumere una vasta gamma di forme: alcune sono come piccole macchie rosse, mentre altre somigliano a lesioni più grandi. Alcune hanno un aspetto simile a una rete, mentre altri sembrano dei veri e propri geloni.

Sono sintomi?

Tuttavia, precisano gli esperti, è troppo presto per poter dire se queste eruzioni cutanee sono effettivamente causate dal nuovo coronavirus o se sono correlate ad altri fattori. “Questa è davvero una domanda da un milione di dollari”, spiega in un editoriale appena pubblicato su Jama Dermatology Kanade Shinkai, professore di dermatologia all’Università della California, San Francisco, ed editor in chief della rivista. “Non è chiaro se le lesioni cutanee che osserviamo siano in realtà una manifestazione diretta del coronavirus nella pelle, o se siano per esempio una reazione dovuta alla forte risposta del sistema immunitario”. È anche possibile, ipotizza l’esperto in un’intervista rilasciata a LiveScience, che alcune eruzioni cutanee siano dovute a complicanze della malattia, oppure a reazioni ai farmaci o persino causa di altri virus nei pazienti con coinfezioni.

Rash cutanei sul 20% dei pazienti Covid-19

Ma quanto sono comuni queste eruzioni cutanee? Sappiamo che alcune malattie virali, come per esempio la varicella e il morbillo causano rash cutanei, che si manifestano più frequentemente nei bambini. “Ecco perché è sorprendente vedere molte segnalazioni di eruzioni cutanee nei pazienti adulti affetti dalla Covid-19”, commenta Shinkai.


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In un precedente studio cinese, pubblicato lo scorso febbraio su New England Journal of Medicine, su oltre mille pazienti coinvolti, le eruzioni cutanee sono state osservate solo nello 0,2% dei casi. Ma in uno studio italiano più recente è emerso che su circa 150 pazienti affetti dal nuovo coronavirus, il 20% di loro ha manifestato rash cutanei. Quest’ultimo studio, precisa Shinkai, è stato condotto da dermatologi, sicuramente più abili nel rilevare anche i più piccoli cambiamenti della pelle, rispetto ai medici di altre specialità.

Dall’orticaria ai geloni: 5 tipi di eruzioni cutanee

Le eruzioni cutanee osservate finora nei pazienti affetti dalla Covid-19 sono davvero diversissime tra loro. Tanto che uno studio spagnolo, pubblicato pochi giorni fa sul British Journal of Dermatology, ha raggruppato i rash cutanei associabili al nuovo coronavirus in cinque diverse tipologie: rash maculopapulare, caratterizzato dalla comparsa di un’area rossa sulla pelle, coperta da piccole protuberanze rosse; eruzione cutanea simile all’orticaria, con pomfi rossi e bianchi di varie dimensioni che spesso provocano prurito; rash cutaneo simile alla livedo reticolare, caratterizzato da chiazze cianotiche a forma di rete; eruzioni con vescicole e, infine, eruzioni cutanee simili ai geloni sulle dita dei piedi e delle mani.

Anche la tempistica dell’eruzione cutanea con la progressione della Covid-19 sembra variare molto: in alcuni casi, le eruzioni cutanee hanno preceduto sintomi principali, come la febbre, mentre in altri casi i rash cutanei sono comparsi negli stadi avanzati della malattia. “È necessario ora approfondire ulteriormente per poter valutare in modo completo queste eruzioni cutanee”, conclude Shinkai. “I medici dovranno per esempio analizzare campioni di tessuto per riuscire a determinare se il coronavirus può essere rilevato nella pelle, come nel caso di altre malattie virali che causano eruzioni cutanee, e se questi rash cutanei sono associati a esiti migliori o peggiori nei pazienti che li manifestano”.

Via: Wired.it

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Credits immagine di copertina: Fermi/Pixabay

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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