El Niño visto dal satellite

Un sistema di monitoraggio satellitare permetterà di prevedere con mesi di anticipo lo sviluppo di El Niño, il fenomeno atmosferico che nel ‘98 causò la morte di 24.000 persone. La ricerca, effettuata dalla Nasa, sfrutta una formula statistica basata sulle differenze nelle precipitazioni di due specifiche aree geografiche: a largo della costa di Sumatra (Indonesia) e al centro dell’Oceano Indiano. Finora gli eventi di sviluppo erano stati identificati attraverso l’innalzamento della temperatura sulla superficie del Pacifico, a livello equatoriale. Con questo sistema di analisi statistica, invece vengono considerati indizi atmosferici che precedono nel tempo i cambiamenti osservabili a livello oceanico: per esempio, se negli ultimi sei mesi la costa di Sumatra è stata più umida e il centro dell’Oceano Indiano più secco del solito, allora lo sviluppo di El Niño sarà molto probabile. “Questi cambiamenti improvvisi nelle piogge”, hanno spiegato i ricercatori dell’agenzia spaziale americaa, “sono accompagnati da forti venti occidentali che dall’Oceano Indiano si spostano verso il Pacifico. Se i venti raggiungono il Pacifico e le condizione dell’atmosfera lo permettono si formerà El Niño”. Utilizzando questi dati, i ricercatori sono ora in grado di fornire previsioni con 6-9 mesi di anticipo su un fenomeno che ha un forte impatto sulle condizioni meteorologiche di tutto il mondo, e in particolare sulle piogge del Pacifico Orientale, d’Indonesia e Australia. (a.ca.)

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