Categorie: SaluteVita

Nuovi embrioni umani modificati con Crispr

(Credits:Ian Glover/Flickr CC)

 

Un team di ricercatori cinesi ha utilizzato tecniche di ingegneria genetica per modificare embrioni umani. È la seconda volta che avviene, dopo l’annuncio di un anno fa, sempre da parte di ricercatori cinesi. Allora le modifiche erano state fatte su embrioni non vitali e su un gene collegato alla beta talassemia. Oggi gli scienziati della Guangzhou Medical University annunciano invece di aver usato – come allora – la tecnica di editing genomico Crispr per modificare embrioni umani (sempre non vitali) nel tentativo di indurre modifiche per resistenza a infezioni da hiv. E, al di là del risultato tecnico, l’annuncio movimenta un dibattito etico sempre vivo, su cui gli esperti sono stati chiamati a discutere solo lo scorso dicembre.

Gli scienziati, come raccontano su Journal of Assisted Reproduction and Genetics, hanno utilizzato degli embrioni prodotti da tecniche di fecondazione assistita ma non vitali (sono in grado di effettuare cioè solo le prime divisioni) a causa di un set extra di cromosomi.

L’idea dei ricercatori era di utilizzare la Crispr – il metodo di editing genomico estremamente preciso e relativamente facile, decretato traguardo dell’anno 2015 da Science – per modificare un gene coinvolto nell’infezione da hiv, CCR5. Mutazioni a carico di questo gene sono infatti state osservate in alcune persone naturalmente resistenti all’Hiv, in quanto una funzione alterata della proteina corrispondente impedisce al virus di entrare e infettare le cellule. Su 26 embrioni i ricercatori sono stati modificati solo 4, riferisce Nature News, ma non tutti avevano la modifica genetica voluta nel gene CCR5. Gli embrioni sono poi stati distrutti tre giorni dopo.

Il successo tecnico dell’esperimento è stato piuttosto limitato e secondo alcuni esperti è solo la prova che Crispr funziona su embrioni umani, qualcosa che già si sapeva, ma che ci sono ancora diverse difficoltà tecniche da superare per effettuare editing di precisione. Come ribadiscono gli stessi autori, invitando alla cautela, e confondendo in parte il senso di un lavoro come il proprio, teso a dimostrare la possibilità di creare embrioni resistenti all’Hiv: “Siamo contro l’applicazione di tecniche di editing genomico sulla linea germinale fino quando discussioni e valutazioni rigorose ed estese non saranno state affrontate da esperti di ricerca ed etica globali”. Questioni etiche che, solo un paio di mesi fa, il Regno Unito ha affrontato dando l’ok per l’utilizzo di Crispr su embrioni umani a scopi di ricerca con lo scopo ultimo di trovare nuovi trattamenti contro l’infertilità.

Via: Wired.it

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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