Epilessia, questa sconosciuta

Chi soffre di epilessia non può guidare un auto, praticare sport o addirittura mantenere un lavoro. Sono solo alcune delle false credenze che ancora accompagnano la percezione degli italiani riguardo questa malattia. Lo rivela una ricerca promossa dalla Lega italiana contro l’epilessia (Lice) in occasione dell’VIII Giornata nazionale per l’epilessia del prossimo 3 maggio.

Secondo l’indagine, che ha analizzato l’evoluzione dell’informazione e della percezione della malattia da parte della popolazione italiana a 25 anni di distanza dall’ultimo sondaggio, è cresciuto il numero di persone che conosce l’epilessia: il 92 per cento contro il 73 di 25 anni fa. Il 50 per cento riferisce di conoscere direttamente persone che ne sono affette e circa il 62 per cento di aver assistito a una crisi epilettica o nella vita di tutti i giorni (43%), o in Tv e al cinema (19%).

Ma le conoscenze acquisite sono generiche e superficiali. Restano ancora forti, infatti, pregiudizi e false credenze, a partire dalla natura della malattia e dalle sue cause. La maggioranza degli intervistati crede che l’epilessia sia una malattia rara, mentre è una delle patologie neurologiche più frequenti: in Italia ne soffrono 500 mila persone e si registrano 25 mila nuovi caso all’anno. Il 40 per cento la considera una malattia mentale o psichica quando in realtà si tratta di una malattia neurologica, dovuta a una disfunzione transitoria del cervello.
E ancora, il 78 per cento ritiene che chi soffre di epilessia sia limitato nella guida, mentre è possibile ottenere la patente se le crisi sono controllate da almeno due anni. Per il 58 per cento della popolazione chi ne soffre non può praticare sport e molti credono che sia un vero e proprio handicap che modifica enormemente la qualità di vita. Altre limitazioni, secondo gli intervistati, si manifesterebbero nel lavoro (57 per cento), nel matrimonio (20 per cento) e nella procreazione (19 per cento).

“Paradossalmente, le difficoltà sono legate più ai pregiudizi che non ad ostacoli reali”, ha affermato Giuseppe Capovilla, direttore del Centro per l’epilessia e della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Mantova e segretario della Lice. “Bisogna continuare a ricordare che l’epilessia non è una patologia rara e che la malattia è molto diffusa e sottolineare come la maggior parte dei pazienti conduce una vita assolutamente normale”. Oggi esistono diverse strategie farmacologiche di cura dell’epilessia e negli ultimi anni la ricerca ha messo a disposizione numerosi nuovi farmaci. Con i farmaci tradizionali e quelli di recente introduzione è possibile ottenere un buon controllo delle crisi nel 70-80 per cento dei pazienti. Per gli altri casi è disponibile una terapia neurochirurgica oppure terapie alternative, come l’applicazione di uno stimolatore vagale.

Per vincere i pregiudizi, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Epilessia. Fuori dall’ombra” e in occasione della Giornata nazionale per l’epilessia, la Lice promuove una serie di maratone che hanno come testimonial la medaglia d’argento olimpica Salvatore Antibo, malato di epilessia. Per tutte le iniziative visitare il sito www.lice.it. (r.p.)

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