Infezioni da Escherichia coli, come evitarle

colite ulcerosa
(Foto via Pixabay)

Alimenti crudi, non pastorizzati o non ben lavati, acque contaminate da liquami o poco clorate nelle piscine. Il batterio Escherichia coli si annida, produce tossine e genera infezioni talvolta dannose per l’essere umano. Nella maggior parte dei casi, si tratta di infezioni lievi che passano da sole nel giro di pochi giorni, ma talvolta possono aggravarsi. Per questo è sempre meglio sapere a cosa fare attenzione e come intervenire adeguatamente. 

Cos’è l’Escherichia coli

Una precisazione è d’obbligo. Esistono vari ceppi del batterio a cui comunemente ci si riferisce con l’unico nome di Escherichia coli, e non tutti sono dannosi per l’essere umano e gli animali. Anzi. Il batterio vive infatti nel nostro intestino e coopera con il resto della flora per svolgere le normali funzioni digestive e di assorbimento dei nutrienti. Lo stesso batterio, però, se fuoriesce dalla sua sede, può essere causa di infezioni del tratto urinario (come la cistite da E. coli) e del tratto intestinale. 


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Ceppi patogeni

Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitense (Cdc) stima che ogni anno negli Stati Uniti si verificano decine di migliaia di casi di infezione da Escherichia coli. In questo caso i responsabili sono i ceppi patogeni del batterio, che causano principalmente diarrea e altri sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale. Questi ceppi patogeni sono dannosi per l’essere umano perché sono in grado di sviluppare particolari tossine chiamate Shiga (o Stec), che causano dissenteria (o diarrea con presenza di sangue), e nei casi più gravi possono arrivare a causare insufficienza renale, soprattutto nei bambini piccoli o nei pazienti con sistema immunitario compromesso. È il caso, ad esempio, del più pericoloso fra gli Escherichia coli, il sierotipo O157:H7, che se non correttamente trattato può danneggiare seriamente le mucose dell’apparato digerente e i reni, causando insufficienza renale e, in caso di complicazioni gravi, la sindrome emolitico-uremica. Si tratta di una malattia che causa insufficienza renale acuta – negli Stati Uniti è la prima causa di insufficienza renale nei bambini -, anemia emolitica (ovvero una degradazione eccessiva dei globuli rossi) e trombocitopenia (la diminuzione drastica del numero di piastrine con conseguente difficoltà a coagulare il sangue).

Dove si trova l’Escherichia coli 

L’abbiamo accennato all’inizio: L’Escherichia coli è spesso associato a scarsa igiene e contaminazione. Si può concentrare quindi nelle acque contaminate da liquami e destinate al consumo umano, nelle piscine non correttamente clorate, e anche nelle acque per l’uso alimentare (anch’esse contaminate). Un’altra fonte comune sono alcune categorie di cibi: la frutta e la verdura non correttamente lavate, la carne cruda (specie la carne di manzo macinata), i salumi, e gli alimenti non pastorizzati come i latticini o i succhi di frutta. Per evitare il contagio, quindi, è importante seguire alcune norme igieniche sia personali sia in cucina, come lavarsi bene le mani, lavare accuratamente frutta e verdura, evitare che cibi crudi (specialmente la carne) entrino in contatto con cibi cotti, cuocere bene la carne. Il contagio però può avvenire anche per contatto diretto con persone o animali infetti. Nel caso di persone, ad esempio, quando queste non si sono lavate bene le mani dopo aver toccato carne cruda o escrementi animali (anche quelli domestici).

Quali sono i sintomi e come si fa la diagnosi

I sintomi principali, dicevamo, sono diarrea, vomito, nausea, crampi addominali, qualche volta febbre e affaticamento generale. In generale compaiono dopo 3-4 giorni dal contatto con il batterio o dall’ingestione del cibo o della bevanda contaminata. L’unico modo per avere una diagnosi certa è l’esame colturale delle feci, ma molto spesso i sintomi passano da soli nel giro, al massimo, di una settimana. Possono aggravarsi, generalmente, se a infettarsi sono bambini, anziani o persone fragili (per esempio, pazienti con diabete o malattie renali), o se il ceppo di Escherichia coli in circolo è particolarmente pericoloso. La sindrome uremica causata da O157:H7 (non a caso chiamato anche E. coli emolitico o entero-emorragico), se non curata tempestivamente può risultare addirittura letale. Per curarlo, sono spesso necessarie trasfusioni di sangue e la dialisi, mentre l’utilizzo di antibiotici si è mostrato addirittura dannoso.

Via: Wired.it

Credits immagine: Geralt via Pixabay