Spazio

L’esopianeta più veloce, orbita intorno alla sua stella in sole 18 ore

Un esopianeta con caratteristiche simili a Giove compie un’orbita completa intorno alla sua stella in sole 18 ore. Un po’ come se un nostro anno solare durasse meno di un giorno. E questa è l’orbita dalla durata più breve mai rilevata per un corpo come questo – in particolare un pianeta gioviano caldo. Il dato sorprendente è frutto di una complessa osservazione svolta da un gruppo coordinato dall’Università di Warwick. La scoperta potrà aiutare a capire meglio se esopianeti di questo genere si stiano muovendo sempre più velocemente in un vortice intorno alla loro stella madre, un comportamento che li porta alla distruzione. I risultati sono pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

L’identikit dell’esopianeta

L’esopianeta in questione è NGTS-10b ed è un gioviano caldo, ovvero un pianeta extrasolare la cui massa è confrontabile o maggiore di quella di Giove ma che orbita molto più vicino alla sua stella. Si trova a circa 1000 anni luce di distanza dalla Terra ed è stato scoperto grazie alla rete di piccoli telescopi del progetto Next-Generation Transit Survey (NGTS), in Cile (da cui il nome NGTS-10b). Dai rilievi, l’esopianeta risulta essere più grande del 20% rispetto a Giove e la sua massa è circa il doppio.

Un esopianeta velocissimo. E “raro”

Ma ciò che sorprende è la rapidità con cui il pianeta orbita intorno alla stella madre, dato che un giro completo – l’equivalente di un nostro anno – è di soltanto 18 ore. NGTS-10b è così veloce perché è vicinissimo alla sua stella. Per fare un paragone col Sistema solare, è come se Mercurio, il più vicino al Sole, fosse 27 volte più ancora più attaccato alla nostra stella.

In teoria, esopianeti con queste caratteristiche (molto grandi e periodo orbitale breve) dovrebbero essere rintracciati facilmente. Tuttavia, non è così, sottolineano gli autori, che spiegano che questi corpi sono molto rari. “Finora – chiarisce James McCormac del dipartimento di Fisica all’Università di Warwick – fra i centinaia di gioviani caldi noti, ce ne sono soltanto sette che hanno un periodo orbitale di meno di un giorno”. E sino ad oggi NGTS-10b compie l’orbita più velocemente, impiegando solo 18 ore.

L’esopianeta sta per morire?

Ma non è tutto. Gli scienziati hanno notato che l’esopianeta si trova pericolosamente in un punto in cui, a causa di particolari forze, legate alla forza di gravità, possa essere fatto a brandelli. Per questo, nei prossimi anni studieranno meglio il suo comportamento, cercando di capire se manterrà questa orbita oppure se si muove rapidamente a spirale verso il suo sole e andando incontro alla propria distruzione. Poter vedere se il periodo orbitale si accorcia e il pianeta si avvicina sempre più alla stella, in un moto a spirale, come ha chiarito il coautore Daniel Bayliss, sarebbe molto importante per avere informazioni sulla sua struttura.

Cosa sta succedendo davvero?

Secondo i modelli attuali, aggiunge l’autore David Brown, è possibile che pianeti con grande massa in alcuni casi migrino rapidamente da strati più esterni fino ad arrivare vicinissimi alla loro stella. E a quel punto si consumano o vengono letteralmente distrutti. Quindi, aggiunge il ricercatore, ci sono due ipotesi. O gli autori sono stati fortunati a “beccare” il pianeta proprio in questa fase di transizione, prima della sua distruzione, oppure il processo con cui il pianeta si distrugge è più lungo e richiede più tempo di quanto previsto dalle teorie attuali. Ma capirlo è importante per conoscere meglio i meccanismi che coinvolgono esopianeti e sistemi diversi dal nostro Sistema solare.

Riferimenti: Monthly Notices of the Royal Astronomical Society

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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