Categorie: AmbienteSocietà

Fa caldo. Ma davvero così tanto?

“Punte oltre i 40 gradi”, “il luglio più caldo da un secolo e mezzo”, “l’estate più afosa dal 2003”. Sono frasi che abbiamo imparato a memoria in questo mese, e i servizi in tv – e i media in generale – non hanno fatto che ricordarcelo. Ma a voler guardare con la lente d’ingrandimento soltanto la nostra Italia, è stato davvero così eccezionalmente caldo questo mese che si sta per concludere rispetto a quelli di dieci, venti o trenta anni fa? O la memoria ci inganna? Partiti da questa domanda abbiamo fatto un piccolo esperimento: abbiamo scelto 10 città – Torino, Venezia, Milano, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Taranto, Cagliari e Palermo – e abbiamo analizzato i dati riguardanti le temperature massime di tutti i giorni dei mesi di luglio degli ultimi 30 anni. Poi abbiamo comparato le medie delle tre decadi: 1985-1994, 1995-2004, 2005-2015. Quello che mostrano i grafici – e che la nostra memoria forse non ricorda – è che anche negli anni passati abbiamo sofferto lo stesso caldo, se non di più, almeno in 8 delle 10 città prese come riferimento.

Avvertenza per i lettori: la nostra analisi non ha nulla a che vedere con il discorso sui cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Scegliendo periodi diversi, città diverse o considerando le estati intere invece che soltanto i mesi di luglio, avremmo probabilmente osservato andamenti molto differenti. Ciò che emerge dai grafici, però, è che le temperature massime cittadine di questo luglio 2015 non sono state così fuori scala come probabilmente siamo portati a credere. A partire da questi dati, abbiamo chiesto qualche commento al meteorologo Paolo Sottocorona.

Elaborazione dati e infografica di Renato Augelli

Capitano Sottocorona, le temperature di questo luglio 2015 sono state effettivamente nella norma?
“Sì, i valori sono stati alti, ma non sono anomali. Durante le scorse settimane erano state previste temperature di 42-44 gradi, in realtà si è arrivati al massimo a 39 gradi, e ovviamente non in tutta l’Italia. Ma spesso nella memoria delle persone resta più facilmente il dato eccezionale annunciato, indipendentemente dal dato reale che poi si registra. Bisogna inoltre considerare che spesso le temperature massime vengono toccate per pochi minuti al giorno: avrebbe più senso andare a vedere per quante ore al giorno le temperature hanno superato i 35 gradi, per esempio, per capire il disagio avvertito dalle persone. Si tratta di uno di quei fattori da cui potrebbero dipendere i casi di malessere e i decessi degli anziani che si stanno registrando in alcuni comuni”.

Un altro elemento da considerare è l’umidità. Quanto ha influito?
“L’umidità è effettivamente un fattore molto importante, perché contribuisce in modo determinante al disagio che ogni persona può provare quando la temperatura sale: in questo mese, però, è stata relativamente bassa, tranne in alcune città di mare, dove però spesso vi è anche la brezza e un buon rimescolamento d’aria”.

Da cosa potrebbe dipendere, secondo lei, il grande caldo percepito?
“Ovviamente non ho dati per rispondere in modo scientifico a questa domanda. Di certo, la sensibilità al caldo è un fattore estremamente personale, ma è anche molto condizionata dall’atteggiamento mentale. A riprova di quanto siamo influenzabili, tempo fa era stato fatto un esperimento: due gruppi di persone, simili per età e condizioni di salute, erano stati posti in due stanze alla temperatura di 30 gradi. A un gruppo era stata comunicata la temperatura reale, all’altro era stato detto che vi erano 35 gradi. Indovinate chi ha sentito più caldo e dove si sono verificati più casi di malessere? Oggi siamo molto abituati agli ambienti condizionati e anche questo potrebbe influire”.

Siamo vittime del nostro stesso sensazionalismo?
“Prima di tutto bisogna ricordare che le oscillazioni – estati più o meno calde della norma – sono del tutto fisiologiche. Invece, almeno sui media, ogni volta ci troviamo ad affrontare l’estate più calda o l’inverno più eccezionale del secolo – anche se siamo appena al 2015. È sempre stato così, come ricordava anche il famoso meteorologo Edmondo Bernacca, ma è innegabile che in questi ultimi anni abbiamo sviluppato una ipersensibilità alle condizioni meteorologiche: siamo diventati molto intolleranti, e anche un tantino isterici”.

Elaborazione dati e infografica: Renato Augelli

I dati sono stati registrati dalle stazioni meteorologiche aeroportuali delle dieci città, e sono pubblicati nell’archivio del sito ilmeteo.it

Photo Credit: Gwyrosydd via Compfight cc

Tiziana Moriconi

Giornalista, a Galileo dal 2007. È laureata in Scienze Naturali (paleobiologia) e ha un master in Comunicazione della Scienza conseguito alla Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Collabora con D la Repubblica online, Salute SenoLe Scienze, Science Magazine (Ed. Pearson), Wired.it.

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