Fai il pieno con le alghe

Le alghe potrebbero essere davvero il carburante del futuro. Mentre Venezia si prepara a coltivazioni intensive di diatomee per ricavarne biogas con cui azionare le turbine di una centrale elettrica (120.000 tonnellate l’anno per produrre 40 megaWatt, secondo il progetto presentato dalla autorità portuale e dalla società  Enalg), a New York hanno trovato un modo conveniente e pulito per usare l’olio di alga al posto del petrolio.

I ricercatori statunitensi hanno infatti messo a punto il primo metodo economicamente sostenibile per produrre biodiesel a partire da olio di alghe, grazie a un nuovo tipo di catalizzatore. Si tratta di un mix di ossidi metallici resistenti alla corrosione che, a differenza dei catalizzatori normalmente utilizzati per ottenere biofuel dalle alghe, è attivo allo stato solido. Gli attuali processi di raffinazione dell’olio di alga soffrono infatti dei limiti dei catalizzatori in fase liquida, che impongono rallentamenti della produzione dovuti a operazioni di purificazione e neutralizzazione dei prodotti, arrivando a imporre costi anche 50 volte più onerosi rispetto a quelli sopportati dagli impianti di raffinazione del petrolio. “Usare un catalizzare solido significa poter saltare lo tep della purificazione, visto che  non c’è alcun catalizzatore liquido da dover rimuovere dal biocarburante finale”, ha spiegato ieri, 26 marzo, Ben Wen, ingegnere chimico e vicepresidente della United Environment and Energy LLC, durante il convegno dell’American Chemical Society.

Superare il problema economico, ha aggiunto il ricercatore, permette di guardare a tutta quella serie di vantaggi, anche ambientali, che questa tecnologia potrebbe portare. Per esempio, quello di poter utilizzare acqua non pulita nel processo di produzione: gli eventuali agenti inquinanti, oltre a favorire lo sviluppo delle alghe, vengono eliminati dal metabolismo delle alghe stesse. Le colture sono inoltre adattabili a terreni di ogni tipo (compresi quelli desertici), non prevedono l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti e offrono bioprodotti ricchi di proteine, comunque utilizzabili anche per l’alimentazione umana e animale.

Stimando una resa, in termini di prodotti per unità di terreno coltivato, anche 300 volte superiore a quella dei semi di soia, Wen è convinto che le alghe possano essere una vera e propria miniera rinnovabile di carburante. Il suo gruppo sta lavorando alla realizzazione di un impianto pilota capace di produrre annualmente circa quattro milioni di litri di biodiesel, con l’obiettivo di dimostrare che, su scala industriale, un impianto avviato potrebbe produrre fino a 200 milioni di litri di biodiesel ogni anno. E farci dimenticare il petrolio. (l.c.)

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