Fermate quella strage

Colpiti ferocemente con bastoni, scuoiati vivi e lasciati morire dissanguati davanti allo sguardo attonito della mamma che, impotente, cerca di rianimarli. Contro questa atroce pratica, che ogni anno sulle coste canadesi mette fine alla vita di migliaia di cuccioli di foche, l’Ente nazionale protezione animali (Enpa), insieme ad altre associazioni animaliste, promuove una manifestazione. L’appuntamento è per lunedì 15 Marzo, a Roma, dinanzi all’ambasciata del Canada in Italia, in via De Rossi 27. Protezione della ricerca scientifica, dell’economia e dell’ambiente: queste le argomentazioni fornite dal governo di Ottawa per giustificare l’autorizzazione concessa, anche quest’anno, allo sterminio di quasi un milione di foche. I cacciatori, dal canto loro, sostengono che le foche svuotano le già sguarnite riserve ittiche, mentre il giro d’affari intorno alle loro pelli garantisce una valida risorsa economica per molte persone. Quindi le arpionano e le scuoiano vive per non rovinarne le pellicce. Più ricercate quelle dei cuccioli che solo dopo lunghe ore di lento dissanguamento, invano soccorsi dalle madri, trovano la morte. Si calcola che dagli anni ‘70 fino a oggi siano morte così più di 4 milioni di foche, tra adulti e cuccioli. “Le autorità canadesi smentiscono che le norme vigenti consentano di scuoiarle da vive e confermano che questi sono mezzi utilizzati dai bracconieri”, afferma Paolo Manzi, presidente dell’Enpa. E in Canada, in effetti, è proibito ammazzare esemplari più piccoli di 28 settimane. Ma i cacciatori, in tutta risposta, chiedono la legalizzazione dell’uccisione ad appena sei settimane di vita. (r.m.)

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