Ferro e plastica, coppia vincente

In un normale appartamento se ne trovano a decine: negli apparecchi di cucina, nei giocattoli, negli elettrodomestici. Per non parlare di quelli (un centinaio) presenti in una comune autovettura. Sono i piccoli motori elettrici, la cui struttura è rimasta sostanzialmente immutata dalla metà dell’Ottocento. Ora però, grazie a una nuova procedura di costruzione, il costo di produzione di questi motorini dovrebbe dimezzarsi, e contemporaneamente raddoppiare la loro efficienza. La scoperta è il risultato di una collaborazione decennale tra la Facoltà di Ingegneria di Lund, in Svezia, e l’industria locale.

Mats Alkula, professore di sistemi elettrici dell’Università svedese e i suoi collaboratori hanno concentrato la loro attenzione sui componenti magnetici dei motori elettrici, in genere costituiti da sottili lamine avvolte da una serpentina: piccole parti che rallentano i tempi di produzione e fanno lievitare i costi. Per superare l’ostacolo, Alkula ha messo a punto un materiale costituito da un particolare tipo di plastica miscelata con polvere di ferro che la rende debolmente magnetica, e che sembra essere anche particolarmente efficiente in termini energetici. Tra i vantaggi del nuovo materiale c’è anche la libertà di creare forme diverse a seconda delle necessità, e la riduzione delle diverse fasi di produzione, da una sessantina a meno di dieci.

“Il nostro composto non è adatto per la costruzione di motori ad alte prestazioni, ma è perfetto per tutti quegli oggetti – ventilatori, pompe, lavatrici, televisori – di uso quotidiano nelle case”, commenta Alkula. Non solo: la tecnologia svedese spiana la strada alla costruzione di auto ibride, elettriche e a benzina. Il nuovo materiale, la cui messa a punto è stata in parte finanziata dalla Fondazione svedese per la ricerca strategica, dovrebbe ottenere il brevetto a fine ottobre. (e.m.)

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