Festeggiare per non morire

Una catena di luce avvolgerà il mondo, il prossimo 18 aprile. Per commemorare il 50° anniversario della morte di Einstein, dall’Università di Princeton partirà un’onda luminosa. Tutti sono invitati a partecipare accendendo torce, candele, fuochi, laser e fari delle automobili. È uno degli eventi principali dell’anno mondiale della Fisica, fissato dall’Unesco per il 2005, la cui inaugurazione si è svolta a Parigi dal 13 al 15 gennaio scorsi. L’iniziativa “La Fisica illumina il mondo”, come tante altre in programma, sembra voler dire: la fisica c’è, e conta. “Effettivamente, la fisica sta vivendo un periodo di declino”, afferma Giovanni Battimelli, storico della disciplina all’Università “La Sapienza” di Roma. “Il fenomeno riguarda la conoscenza scientifica in generale, come conferma il calo delle iscrizioni universitarie in questo ambito”. Inoltre, la fisica ha progressivamente perso centralità rispetto alle discipline biomediche. La fine della guerra fredda e i conseguenti cambi strategici nella politica dei finanziamenti alla ricerca hanno senz’altro giocato un ruolo importante in questo avvicendamento di priorità. “In più, oggi”, prosegue Battimelli, “le tematiche conoscitive ed etiche prominenti provengono dalle scienze della vita. Il fascino e l’inquietudine che 30 anni fa aveva la fisica nucleare e delle particelle, oggi lo esercitano queste scienze”. Sembra che sia esaurita, quindi, l’onda d’urto scatenata 100 anni fa da Einstein. Nel 1905, infatti, lo scienziato pubblicò una serie di articoli che modificarono radicalmente il paradigma fisico imperante. E l’anno mondiale è stato dichiarato in occasione proprio del centenario di questi lavori. Il primo articolo fissava le basi della Teoria della Relatività, che consente di comprendere i fenomeni cosmologici e delle alte energie. Il secondo, tramite lo studio dei quanti di luce, fu cruciale per l’affermazione della Meccanica Quantistica. Ovvero della teoria che spiega il comportamento microscopico della materia e la sua interazione con la radiazione. Il terzo formulava una teoria del Moto Browniano, ovvero del movimento di particelle ultraleggere (per esempio di polline), sospese in un liquido. La teoria, che attribuiva questo movimento agli urti con le molecole o atomi del liquido, fornì grandezze misurabili sperimentalmente che provavano l’esistenza degli stessi atomi, e fissò il linguaggio probabilistico che ancora oggi si utilizza in tutti gli ambiti della fisica. A fine anno, infine, Einstein pubblicò un completamento del primo lavoro, nel quale formulava la celebre relazione fra massa ed energia. Queste ricerche sono all’origine dell’esplosione tecnologica e conoscitiva senza paragoni del secolo scorso. Ancora adesso, la comunità scientifica opera sotto il paradigma fissato in quegli anni. Lo dimostra la conferenza “Spaziotempo in azione: 100 anni di relatività” che avrà luogo a Pavia a fine marzo. Tuttavia oggi i problemi da risolvere sono sempre più complessi e specialistici e l’innovazione tecnologica sembra emergere da altri contesti. È quindi necessario andare “oltre Einstein”, come afferma il titolo del meeting della Società di Fisica Europea, che si svolgerà a Berna a luglio prossimo, e affronterà i temi della fisica del XXI secolo. Nel frattempo, le società di fisica, che hanno concepito l’idea dell’anno mondiale, hanno deciso di puntare sulla comunicazione e sul coinvolgimento pubblico. E’ stato lanciato Einstein@home, un salva-schermo “attivo”, col quale si possono sfruttare le risorse di calcolo del proprio PC, quando non lo si usa, per processare i dati sulle onde gravitazionali. La Pirelli ha indetto un concorso internazionale che premierà chi spiegherà la relatività ristretta nel modo migliore, con un prodotto multimediale breve. Molte iniziative poi riguardano ragazzi e studenti. In Italia, ci saranno il Festival della Scienza, cui partecipa l’Istituto nazionale di Fisica della Materia, e la mostra itinerante “I microscopi della Fisica”, organizzata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. “Comunicare la scienza non è più un hobby, per gli scienziati”, commenta Battimelli. Infatti, i fisici sanno che non è tutto garantito, e che è necessario uscire dalla “torre d’avorio” per essere riconosciuti dal pubblico e dai politici. Forse anche per questo la InterAction Collaboration for particle physics communication ha lanciato un sito Internet in cui sarà possibile seguire la vita di 25 ricercatori in tutto il mondo: 25 diari in cui giorno dopo giorno sarà possibile capire come chi fa la fisica vive l’anno mondiale dedicato a questa disciplina.

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