Ha chiesto aiuto a Shakespeare nel 400esimo anniversario della morte, e ha vinto. E’ Lorenzo Pizzuti, dottorando all’Università di Trieste e associato all’Osservatorio astronomico dell’INAF di Trieste, che ha conquistato la giuria della finalissima della quinta edizione di FameLab Italia, ieri a Roma nell’Auditorium dell’Agenzia Spaziale Italiana. L’obiettivo? Raccontare la scienza in tre minuti. E Lorenzo ha raccontato una storia triste e allo stesso tempo romantica di due particelle innamorate, una delle quali finisce risucchiata per sempre in un buco nero. Una tragedia interpretata come un novello Amleto, con in mano una sfera di gomma nera (il “buco” cosmico) con cui dialogare.
A conquistare il pubblico con suggerimenti pratici legati al ritmo circadiano e con un cavolo in mano (“Cavolo! Ho fatto tardi!”, è il suo esordio per raccontare l’orologio interno che regola le funzioni di ogni organismo vivente), è stata invece Maria Rachele Ceccarini, dottoranda in biologia molecolare e nutraceutica all’Università di Perugia, che non nasconde la sua passione per il teatro.
I 14 finalisti provenienti dalle sette città che hanno ospitato le selezioni locali si sono sfidati in soli 3 minuti, cercando di conquistare pubblico e giuria raccontando in modo originale la loro ricerca scientifica in un Auditorium gremito di studenti.
A intervallare la sfida finale ci sono stati gli interventi di Enrico Flamini sulle attività dell’Agenzia Spaziale Italiana e del matematico Federico Benuzzi che ha illustrato il concetto di attrito e di gravità.
Quattro i giurati impegnati nell’arduo compito di scegliere il vincitore: Silvia Bonaccorsi della Sapienza Università di Roma, Barbara Negri dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giovanni Spataro de “Le Scienze” e per la prima volta nella storia di FameLab Italia uno studente scelto tra quelli presenti in sala.
Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara