Nella borsa floreale europea, un titolo asiatico è in ascesa. Si tratta della Impatiens glandulifera, che in meno di un secolo ha invaso gran parte delle rive fluviali della Repubblica Ceca, sostituendo progressivamente le piante autoctone. La Impatiens glandulifera offre “servizi” migliori e più abbondanti ai suoi clienti. A cominciare dalla produzione di nettare che è notevolmente maggiore rispetto alla sua diretta concorrente ecologica, la Stachys palustris. In un’ora questa produce all’incirca 0,04 milligrammi di nettare per fiore, mentre l’himalayana Impatiens glandulifera ne produce dieci volte tanto: circa 0,47 milligrammi per fiore all’ora. In Europa, il record finora osservato era di 0,3 milligrammi. Così la nuova arrivata convince un maggior numero di impollinatori, insetti del genere Bombus, a servirsi di lei. Per lo studio, i ricercatori dell’università di Würzburg hanno simulato un’invasione in piccoli stagni artificiali precedentemente liberi da I. glandulifera e hanno notato che le api hanno da subito accettato la nuova venuta, preferendola alla più lenta S. palustris. Non solo, anche a una distanza di più di 500 metri dalle piante asiatiche, le native soffrivano di una forte diminuzione di impollinazione. Pubblicata su Nature, la ricerca mette quindi in luce che la competizione tra piante esotiche e native ha luogo non solo per le risorse spaziali ed energetiche (luce, acqua, nutrienti), ma anche sul “mercato” del nettare. (m.c.)
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