Fotografia della ricerca

AA.VV.
Annuario Scienza e Società 2007
Observa-Ergon Edizioni 2007, pp. 169

In Italia si parla con allarme di fuga dei cervelli. Ma quanti sanno che il nostro paese ha un indice di emigrazione di laureati e dottorati (7,3 per cento) inferiore alla media dei paesi Ocse (8,8 per cento)? A dispetto della percezione diffusa, il fenomeno è decisamente più marcato in paesi come l’Irlanda, tra i più promettenti per la ricerca scientifica europea, dove un ricercatore su quattro va fuori, o nel Regno Unito, dove lo fa poco meno di uno su sei. Il problema, semmai, è che l’Italia per i ricercatori stranieri non è una meta appetibile, e il flusso in uscita non viene compensato da quello in entrata. Così a forza di perdere cervelli il nostro paese è finito in coda alla classifica europea per numero di ricercatori: solo 2,9 ogni mille occupati, meno di Portogallo, Grecia, Ungheria e Repubblica Ceca, quasi sei volte in meno della Finlandia, che è in testa a questa classifica con 17 ricercatori ogni mille lavoratori.

Sono alcuni dei dati riportati nell’Annuario Scienza e Società 2007, pubblicazione dell’associazione “Observa-Science in Society” giunta alla sua terza edizione. Un utile strumento di consultazione per trovare numeri e tabelle che aiutano a comprendere lo stato e le trasformazioni della ricerca nella nostra società. A parlare in questo libro sono quasi esclusivamente le cifre che, nero su bianco, raccontano i percorsi degli studenti di scuola superiore, gli orientamenti universitari, le scelte professionali dopo la laurea e il dottorato, il tasso di occupazione femminile in campo scientifico. È la radiografia di un paese, messo impietosamente a confronto con gli altri su tutto quello che concerne le politiche della ricerca, dai finanziamenti pubblici e privati alle pubblicazioni scientifiche, fino alle richieste di brevetto. Ma l’Annuario è anche una fotografia del rapporto tra scienza, cittadini e tecnologie, della fiducia e delle paure degli italiani, degli atteggiamenti nei confronti della ricerca e dell’innovazione.

Raramente in questo confronto serrato di tabelle l’Italia fa una bella figura con gli altri paesi. Forse anche per questo è sorprendente scoprire che siamo tra i primi paesi al mondo per la produttività dei nostri ricercatori. I nostri cervelli sono quelli che pubblicano più articoli scientifici, eccezion fatta per gli svizzeri. Nel quinquennio 2000-2004 ogni scienziato italiano ha firmato in media 2,47 studi, ben più di svedesi (1,66), francesi (1,28), tedeschi (1,24) e statunitensi (0,98). “Dal punto di vista qualitativo questo dato dimostra che il presente della ricerca italiana non è così critico”, commenta Massimiano Bucchi, docente di sociologia della scienza all’Università di Trento e curatore del volume. “Il vero problema riguarda il futuro”. Come svariati indici portano a sospettare, tra cui il calo di vocazioni verso le facoltà scientifiche. Problema che, in realtà, si scopre non essere solo italiano, ma condiviso dagli altri paesi europei. Ed è proprio questo il valore principale del volume: contribuire a far si che le considerazioni sul rapporto tra scienza e società siano ben documentate e non infarcite di luoghi comuni.

Per richiedere l’Annuario Scienza e Società 2007: info@observanet.it oppure 0444 305454.

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