Frà Carnevale e gli artisti del Palazzo di Federico

La mostra di Fra’ Carnevale arriva a Urbino, la città che insieme a Firenze fu teatro della vicenda artistica del pittore svoltasi nei decenni centrali del XV secolo. Dopo Milano e New York l’esposizione, pur se molto diversa dalle edizioni precedenti, si trasferisce nelle sale del Palazzo Ducale della città marchigiana, dove il pittore Bartolomeo di Giovanni Corradini partecipò ai lavori della prima fase costruttiva della residenza del Duca Federico da Montefeltro. Se a Brera e al Metropolitan Museum si indagava in particolar modo il periodo fiorentino di Fra’ Carnevale, quello che lo vide a bottega da Filippo Lippi, l’edizione urbinate si concentra sull’epoca del suo ritorno in patria dopo l’esperienza toscana, quando contribuì a fare della “città in forma di palazzo” di castiglioniana memoria, uno dei grandi centri del Rinascimento italiano.Il percorso è dislocato nelle sale dell’Appartamento della Jole, i cui apparati decorativi marmorei sono stati restaurati per l’occasione, così come la splendida Alcova di Federico da Montefeltro, per la quale si è appena concluso l’intervento dell’Istituto Centrale del Restauro. Tra le opere esposte non può non sorprendere l’assenza delle basilari Tavole Barberini (dal 1934 al Metropolitan di New York e al Museum o Fine Arts di Boston), in parte mitigata dal diretto confronto possibile grazie alla presenza dell’Annunciazione di Fra’ Carnevale (Washington, National Gallery) e una del suo maestro fiorentino Filippo Lippi (Galleria Barberini). Il dipinto conservato negli Stati Uniti, al pari dei due più celebri ma indubbiamente della stessa mano, va considerato “una pietra miliare nella ricostruzione della personalità artistica di Fra’ Carnevale”, con il quale gli studiosi ormai identificano quello che per decenni è stato conosciuto con l’anonimo nome di Maestro delle Tavole Barberini.A contribuire alla ricostruzione della biografia dell’artista, ancora molto lacunosa, ora ci sono 168 nuovi documenti, scoperti grazie a una ricerca documentaria al fianco della quale l’organizzazione della mostra ha corso parallelamente. Eppure Fra’ Carnevale aveva goduto di una certa fortuna critica già sul finire del XIX secolo, forse soprattutto in virtù di quella citazione che Giorgio Vasari inserisce nella vita di Donato Bramante secondo cui il celebre architetto da giovinetto avrebbe “studiato molto le cose di Fra’ Bartolomeo, altrimenti Fra’ Carnevale da Urbino, che fece la tavola di S. Maria della Bella in Urbino”. Ma, come spesso è accaduto, non si è dato troppo credito a Vasari, considerando l’artista urbinate non all’altezza dei grandi maestri, preferendogli altri nomi o persino nessuno, come nel caso delle Tavole Barberini, per poi tornare sui propri passi e dover constatare, grazie ai documenti, che l’autore delle Vite tutto sommato aveva ragione. A conti fatti, l’intera operazione ribadisce la centralità di Urbino nell’evoluzione del Rinascimento italiano: nei confronti del grande pubblico ha il merito di dare visibilità e pubblicità al palazzo rinascimentale, ricordando al visitatore che non si può soggiornare in zona senza dedicare qualche ora a un luogo di tale rilevanza storica e politica, mentre agli addetti ai lavori permette di approfondire lo studio di Fra’ Carnevale, pittore e architetto, maestro di prospettiva, uno dei grandi urbinati su cui il tempo e la ricerca stanno diradando le nubi.

Frà Carnevale e gli artisti del Palazzo di Federico. Il Rinascimento a Urbino
Urbino, Palazzo Ducale, Appartamento della Jole20 luglio – 14 novembre 2005Orario: tutti i giorni 8.30-19.15; lunedì 8.30-14.00 Biglietto: intero € 8ridotto € 4Info e prenotazioni: tel. 0722 322625Catalogo: Skira

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