Fragole sull’Himalaya

    Fragole e spinaci coltivati sull’Himalaya, rossi e saporiti pomodori nel bel mezzo della catena montuosa più alta del mondo. A renderlo possibile sono particolari serre progettate dall’organizzazione non governativa francese Geres e vendute a un prezzo equo alle popolazioni locali.

    Queste serre sono costruite per la maggior parte con materiali reperibili in loco, hanno un lungo lato esposto a sud chiuso da un robusto telo in polietene mentre le pareti sono spesse e costruite in mattoni di fango che assorbono il caldo di giorno e lo cedono durante la notte. Pavimenti e mura, alcune dipinte di nero per assorbire meglio i raggi solari, sono ben coibentati. Inoltre un sistema di ventilazione previene il sovrariscaldamento e l’eccessiva umidità.

    Nella parte indiana dell’Himalaya, nella regione di Ladakh, le condizioni per ottenere buoni raccolti non sono tra le migliori. A 3.500 metri sul livello del mare, con temperature che oscillano in inverno tra i 15 e i 25 gradi centigradi sotto lo zero e scarse precipitazioni, la stagione del raccolto in campo aperto dura al massimo 90 giorni. Il sole però splende circa 300 giorni l’anno, e le serre consentono di coltivare spinaci e fragole in inverno, mentre in autunno permettono di estendere il periodo di raccolta di pomodori, cetrioli e uva.

    Ciascuna serra costa circa 400 euro, di cui un quarto fornito dalla Geres India (per la parte che riguarda il telo in politene, la porta e il sistema di ventilazione). Il proprietario mette il resto del materiale ma soprattutto la manodopera locale. Al 2008 erano seicento le famiglie che avevano acquistato una serra, cifra destinata a crescere in futuro, con benefici anche per l’ambiente. Infatti l’esubero della produzione viene venduto localmente, evitando l’importazione dei vegetali e il conseguente trasporto, con abbattimento dell’emissione di anidride carbonica: circa 460 tonnellate in meno.

    “È la prima volta che le verdure sono disponibili in inverno in questi paesi”, afferma Vincent Stauffer, direttore della Geres in India. Il progetto si sta espandendo e presto nuove serre compariranno in Afghanistan, Cina Nepal e Tajikistan. Grazie a questa iniziativa la Geres si è aggiudicata l’Ashden Award, importante riconoscimento che premia l’utilizzo delle energie sostenibili e lo sviluppo delle risorse locali. Il premio è stato consegnato l’11 giugno a Londra. (a.d.)

    Riferimento: SciDev.Net

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