Tre anni dopo lo tsunami che devastò la centrale di Fukushima, il Giappone pensa (ancora) a come correre ai ripari per contenere il rischio contaminazioni. Il problema principale oggi a Fukushima è la gestione delle enormi quantità di acqua radioattiva, stipata nelle cisterne e usata per raffreddate i reattori: che farne? Come evitare che si infiltri nel terreno?
La Tepco – la società che si occupa di gestire l’impianto – ha cominciato, qualche giorno fa, a rilasciarne un po’ nell’oceano (quella con limiti di contaminazione accettabili, riferisce la Reuters), ma il Giappone ha anche appena approvato il piano per la costruzione di un muro ghiacciato sotterraneo intorno alla centrale, allo scopo di contenere le perdite.
Il progetto era stato presentato lo scorso settembre (ve ne avevamo parlato qui) e sostanzialmente prevede la costruzione di un muro di ghiaccio e suolo attraverso il raffreddamento operato da liquido refrigerante diffuso in pozzi dislocati intorno ai reattori. In questo modo sarebbe possibile evitare il movimento delle acque sotterranee, impedendo che quelle contaminate si diffondano. La proposta ora è stata approvata e la costruzione di questo muro dovrebbe iniziare già il prossimo mese e concludersi a marzo del prossimo anno, come racconta The Verge.
Il muro che dovrebbe arginare le acque sotterranee dovrebbe essere lungo circa 1,5 km e profondo una trentina di metri, e dovrebbe raggiungere temperature di circa -40°C. Ma non è ancora chiaro se e come una costruzione così imponente (strutture simili, ma più piccole e meno durature sono state già costruite in passato) potrà influenzare la geologia del territorio, e se, soprattutto, sarà davvero efficace.
Via: Wired.it
Credits immagine: IAEA Imagebank/Flickr
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