Fumare modifica il Dna

Già qualche mese fa si era parlato dei danni causati sul Dna dal fumo: nello specifico, lo studio pubblicato sull’American Journal of Human Genetics si occupava di studiare gli effetti del fumo durante la gravidanza, e come questo influenzasse la capacità dei geni di esprimere proteine nel nascituro tramite un fenomeno chiamato metilazione. Di metilazione si torna a parlare in una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Circulation: Cardiovascular Genetics, che mostra come questo non avviene solamente nel caso del fumo in gravidanza, ma in tutti i fumatori. In breve, fumare lascerebbe la sua impronta sul genoma umano, modificando l’attività dei geni con conseguenze a lungo termine anche se si smette di fumare.

“Questi risultati sono importanti perché la metilazione, in quanto meccanismo che regola l’espressione dei geni, influenza quali geni sono attivi, e questo potrebbe portare allo sviluppo di malattie collegate al fumo,” ha spiegato Stephanie J. London, che ha condotto la ricerca, “Allo stesso modo è importante sapere che, anche se una persona smette di fumare, gli effetti del fumo sul suo Dna rimangono e potrebbero avere conseguenze”.

Ma in cosa consiste la metilazione del Dna? Si tratta di una modificazione del codice genetico che consiste nel legame tra un gruppo metile (composto da tre atomi di idrogeno e uno di carbonio, -CH3) ad una base azotata (il componente base dei nucleotidi del Dna). Questo non danneggia la struttura del Dna, ma ne modifica la capacità di esprimere le proteine per cui dovrebbe codificare.

Durante lo studio, i ricercatori hanno analizzato vari esempi di metilazione del Dna nel genoma umano, utilizzando campioni di sangue provenienti da quasi 16mila partecipanti, che comprendevano sia fumatori che persone che avevano smesso di fumare. Dai risultati, è emerso che le metilazioni del Dna causate dal fumo erano associate a più di 7mila geni diversi, un terzo del numero totale di geni posseduti da un essere umano. Nei pazienti che avevano smesso di fumare, la maggior parte di questi cambiamenti tornava a livelli normali entro 5 anni, tuttavia alcune metilazioni persistevano anche 30 anni dopo l’aver smesso di fumare.

Dalla ricerca è emerso anche che le metilazioni più significative affliggevano geni già collegati a malattie cardiovascolari e a certi tipi di cancro. La scoperta di metilazioni del Dna collegate direttamente al fumo, tuttavia, potrebbe aprire la porta per lo sviluppo di bio-marcatori, indicatori in grado di fornire informazioni sulla storia personale di un paziente e di aiutare a sviluppare trattamenti che prendono di mira specifiche metilazioni.

“Il nostro studio ha trovato prove convincenti del fatto che fumare ha un impatto a lungo termine sul nostro Dna, un impatto che può durare più di 30 anni,” ha commentato Roby Joehanes, che ha preso parte alla ricerca, “La buona notizia è che smettere di fumare permette alla maggior parte delle metilazioni di tornare a livelli normali entro cinque anni, che significa che il nostro corpo cerca di liberarsi da solo dai danni causati da questa abitudine”.

Riferimenti: Circulation: Cardiovascular Genetics

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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