Una fama guadagnata per caso, un evento divenuto di moda altrettanto per caso: la superluna è un fenomeno pop solamente da qualche anno. Un nome fortunato più per volere dell’astrologia che dell’astronomia. Perché quando il nostro satellite si trova contemporaneamente alla minima distanza dalla Terra (perigeo) e in fase di luna piena, appare sì più grande e più brillante ma lo è a occhi nudi solo in misura trascurabile.
O meglio ancora, lo è a occhi nudi solo dei più esperti. Come vi abbiamo raccontato, gli sguardi più allenati potrebbero apprezzare questo sottile cambio d’abito che rende oggi il nostro satellite più grande e più luminoso (rispettivamente il 14% e il 30% più del normale). A conti fatti però si tratta di un cambiamento davvero piccolo anche per i più appassionati, con un aumento apprezzabile nelle dimensioni agli occhi degli osservatori attenti paragonabile solo allo spessore dell’unghia.
Ciò non toglie però fascino allo spettacolo della Luna piena, stretta alla Terra alla distanza di circa 356 mila km (gli estremi dell’orbita lunare oscillano tra i 407 mila km e i 362 mila, in media). E per meglio apprezzarlo, più che contare sull’osservazione a occhio nudo, una soluzione potrebbe essere quella di affidarsi alle immagini, come consiglia anche Paolo Volpini dell’Unione Astrofili Italiani all’Ansa: “E’ interessante anche fare accostamenti con foto precedenti di superlune e minilune anche in occasioni di eclissi, per misurare la differenza nel diametro apparente della Luna. Per notare in modo tangibile la differenza si possono mettere l’una accanto all’altra le immagini di lune piene e lune rosse spettacolari, come la miniluna rossa dell’estate 2018 e la luna superluna del gennaio 2019”.
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