Giovanni Nuvoli è stanco e consumato dalla sclerosi laterale amiotrofica, ma lucido e determinato. È tornato a casa il 6 aprile dopo avere trascorso più di un anno nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari; il 25 aprile scorso ha convocato i giornalisti nella sua casa di Alghero. “Non ho mai cambiato idea e voglio morire senza soffrire, addormentato”, ha detto loro avvalendosi del sintetizzatore vocale con il quale ha preso abbastanza confidenza. Ovvero, Nuvoli vuole essere sedato e vuole che il ventilatore meccanico che lo tiene in vita sia staccato.
Ha poi aggiunto di avere anche trovato un medico disposto ad aiutarlo, anche se non ha voluto rivelare la sua identità. Inutile insistere per saperne di più. Maddalena Soro, la moglie, ha risposto a chi le chiedeva la ragione del mistero sul nome dell’anestesista: “In passato le mie parole sono state accolte spesso con dubbio. La gente ha insinuato più volte che io travisassi le parole di Giovanni, perciò d’ora in poi sarà lui, e solo lui, a comunicare direttamente con voi”. E poi ha fatto cenno a un documento che Giovanni starebbe scrivendo (o meglio, dettando usando il sintetizzatore vocale) e che sarà reso noto nei prossimi giorni. Maddalena ha solo aggiunto che il marito è convinto, e che tutte le notti prima di addormentarsi le ripete che desidera morire in pace.
Nemmeno sui tempi si sa nulla di preciso: Nuvoli ha detto che saranno i medici a deciderlo. Nonostante l’incertezza rispetto all’identità del medico e al momento in cui il desiderio di Nuvoli sarà esaudito, la sua dichiarazione, come prevedibile, ha scatenato polemiche mai del tutto sopite. Lo scontro inconciliabile è tra chi considera la sua richiesta legittima e tutelata dalla Costituzione e chi invece una vera e propria richiesta di omicidio.
“È un suo diritto, garantito dalla Costituzione. Vorremmo davvero che non si aprisse ora il festival di chi, in nome della “Vita”, vorrà che la vita di Nuvoli, il suo corpo ridotto a uno scheletro, continuino ad essere torturati per mesi”, ha dichiarato Marco Cappato, eurodeputato e segretario dell’Associazione Luca Coscioni. E ha ricordato che è anche grazie a Giovanni Nuvoli, a Piero Welby e a Luca Coscioni che il ministro Livia Turco si è impegnata a investire 10 milioni di euro nelle tecnologie per la “libertà di parola”, ovvero per ridare la facoltà di parlare a chi l’ha perduta per una disabilità.
“Se qualcuno pensa di staccare la spina, chiederemo l’avvio del procedimento per omicidio”, ha minacciato invece la senatrice dell’Udc Sandra Monacelli. E ha aggiunto: “Perché la famiglia naturale di Nuvoli continua a non essere considerata e non viene fatto loro accedere al malato? La volontà espressa dal Nuvoli è la sua oppure è quella maturata in conseguenza di altre situazioni?”.
Maddalena le ha risposto dichiarando all’Agi: “Giovanni non può uscire di casa per vedere chi vuole. I suoi familiari naturali non si sono presentati, e se lo facessero io non mi opporrei a una loro visita. Ogni volta che qualcuno vuole avvicinarlo non faccio altro che chiedere a mio marito se ha piacere di riceverlo o no”, ritenendo, forse, che alla questione sulla volontà del marito avesse già risposto lui.