In sciopero per la giustizia climatica: numeri e foto del Global Strike

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Padova. Crediti: Michele Pasini

Ismaele sorride e tiene un cartello “Profitti di pochi, disastri per tutti”. Come lui a Roma, sono centinaia di migliaia in tutt’Italia gli studenti che venerdì 15 marzo sono scesi in piazza per la giustizia climatica. “È una cifra oltre le nostre aspettative”, dice Alessandro Personé, uno dei giovani organizzatori di Strike For Future a Roma. Nella Capitale gli organizzatori stimano oltre 25.000 persone (ridimensionati a 6 mila dalla Questura) ma sono stati tantissimi i giovani e anche meno giovani che hanno risposto alla chiamata di Greta Thunberg di scendere in piazza per la giustizia climatica.

Il record a Milano dove erano 30 mila: troppi per entrare in piazza della Scala, dove era prevista la conclusione della marcia, e sono stati quindi deviati in piazza Duomo. Straordinaria la partecipazione a Brescia, dove a marciare sono stati 15 mila cittadini, un numero che riflette il primato di città più inquinata d’Italia del 2018, secondo l’ISPRA, e la fama di terra dei fuochi del Nord. A Napoli il corteo di migliaia di persone è stato fermato dalla polizia ma alla fine i manifestanti sono riusciti a raggiungere piazza del Plebiscito.

Nel frattempo, in 20 mila affollavano piazza Castello a Torino, oltre 10 mila persone sfilavano a Bologna e altrettante a Firenze. E poi 3 mila a Palermo e migliaia anche a Bari, Bergamo, Padova, Trieste, Cagliari.

La marea di cartelli colorati e faidate rivela un’adesione spontanea, entusiasta ma anche preoccupata. I ragazzi scesi oggi in piazza condividono l’urgenza di fare qualcosa per il pianeta e di farlo in fretta perché non c’è più tempo. “Non intervenire ora, significa non avere un futuro”, dice Giacomo che agita in aria un cartello con su scritto “Il pianeta è anche mio”.

Inutile sperare che sia la generazione precedente la prima a rimboccarsi le maniche, non sarà lei a vivere il domani della Terra. Meglio fare da sé, mettendoci la faccia. Non hanno vergogna a lasciarsi fotografare né a rivendicare i propri diritti i giovani di Fridays for future, la manifestazione globale nata per chiedere agli adulti di fermare la febbre del pianeta. Il modello per tutti è Greta Thunberg, l’attivista svedese di 16 anni che nel 2018 ha iniziato a protestare ogni venerdì davanti al parlamento del suo paese per chiedere l’adozione di adeguate politiche a salvaguardia dell’ambiente. “È stata lei a darci l’ispirazione, sapevamo già che era un tema importante, ma vederla lottare ogni giorno ci ha motivati a fare qualcosa di concreto”, spiega Roman, anche lui sedicenne come Greta. Qualcuno ne sbaglia la nazionalità, ma poco importa: la ragazza con le trecce è ormai un simbolo.

Immagini e interviste diGiancarlo Cinini e Rosita Rijtano.

1 commento

  1. Ci dovrebbero essere più documenti che recitano nel titolo: “Il clima caldo non funziona come quello freddo! Cosa Facciamo noi dalle nostre case, dalle scuole e dalle Istituzioni tutte?”
    La Digital Generation si sta muovendo nelle piazze, ma dovrebbe essere un grido anche di tutte le Nazioni Unite in un sodalizio per dire : “Basta ad un ambiente trascurato perchè la nostra casa è la Terra e la terra il nostro racconto” (da La “Collezionista di storie”, libro che consiglio di leggere perchè parla o narra di una famiglia semplice con una bimba educata alle storie di Sherasade e dei volumi religiosi e laici senza costrizione alcuna da parte del papa’, solo quella di scrivere in un Paese chiuso e discriminatorio per le donne come ” Indira Gandhi” di RBA.

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