La morte per antrace di molti esemplari di ippopotamo che vivono in Uganda sta allarmando gli zoologi. L’epidemia di antrace ha fatto il suo esordio nel Queen Elizabeth National Park alla fine dell’estate ed ha causato la morte di almeno 220 animali. L’infezione da antrace o carbonchio, dovuta al batterio Bacillus anthracis, si contrae per via inalatoria, cutanea o alimentare. Secondo Joseph Dudley, un analista americano esperto di rischi biologici, la diffusione dell’epidemia potrebbe essere stata accelerata da episodi di cannibalismo. Gli ippopotami sono normalmente vegetariani ma Dudley, nel 1996, ha documentato casi in cui i pachidermi si sono nutriti di carcasse di impala. In seguito sono stati descritti anche casi di cannibalismo. Roy Bengis, un veterinario del Kruger National Park, in Sud Africa, ritiene invece che l’aumento di morti per antrace sia stato causato dalla sovrappopolazione e che il cannibalismo abbia giocato solo un ruolo secondario. L’eccessiva concentrazione di esemplari potrebbe aver provocato conflitti tra gli ippopotami che sanno diventare molto aggressivi, e le ferite riportate potrebbero aver aperto una via all’infezione. Inoltre la malattia si potrebbe essere diffusa tramite erba o acqua contaminata. (g.c.)
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