Gli italiani del premio Nature come migliori tutor scientifici

Il 2013 è stato l’anno dell’Italia per gli Awards for Mentoring in Science di Nature, premio itinerante (ogni edizione è dedicata a una o più nazioni) riservato agli scienziati che si sono distinti per gli insegnamenti ai ricercatori junior. “Di tutte le attività che si svolgono in laboratorio”, si legge sul sito dell’onoreficenza, “forse la meno rimarcata e premiata è quella per il tutoraggio agli scienziati giovani. Per questo motivo, Nature nel 2005 ha lanciato i suo premi annuali per l’eccellenza nel tutoraggio scientifico”. Ad aggiudicarsi il premio, direttamente dalle mani di Giorgio Napolitano, alla presenza dell’editor-in-chief di Nature, Philip Campbell, e del fisico Luciano Maiani, presidente della giuria, sono stati la biologa Michela Matteoli, il chimico Vincenzo Balzani e il fisico Giorgio Parisi. Ecco chi sono e le motivazioni del premio.

Michela Matteoli, dell’Università di Milano, è docente di farmacologia e ha avviato un laboratorio di ricerca all’Istituto di Neuroscienze del Cnr nel 1992, dopo un periodo di post-doc alla Yale University School of Medicine. Sin dall’inizio della sua carriera si è distinta nel mentoring in campo scientifico. Uno dei suoi studenti più brillanti, Alberto Bacci, attualmente direttore dalla ricerca all’Institute of Brain and Spinal Cord di Parigi, tesse così le lodi delle sue capacità di insegnamento: “Michela è stata per me d’ispirazione nella scelta della carriera scientifica, quando ho svolto la mia tesi di dottorato nel suo laboratorio. Penso di essere stato estremamente fortunato ad aver avuto l’opportunità di lavorare con una persona la cui levatura professionale è all’altezza della sua reputazione”. Analogo commento da parte di Claudia Verderio, ricercatrice senior dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr: “Michela è un’insegnante eccezionale, capace di attirare in laboratorio gli studenti migliori e più entusiasti”.

Vincenzo Balzani, dell’Università di Bologna, è uno dei chimici più citati al mondo. Ha pubblicato lavori pioneristici nel campo della fotochimica e della fisica della luce, e ha insegnato per oltre trent’anni, dal 1973 al 2011. Attualmente è professore emerito: Nicola Armaroli, suo ex-studente ora direttore di ricerca al Cnr, lo descrive come “il chimico italiano più originale, produttivo e illustre, nato per insegnare la scienza”. “Un vero pioniere e un contributore fondamentale della scienza”, dli fa eco Leif Hammerstrom, chimico alla Uppsala University, “che ha permesso a molti giovani ricercatori di brillare e la cui creatività è stata una sorgente d’ispirazione eccezionalmente influente”.

Giorgio Parisi, della Sapienza Università di Roma: eccetto il Nobel, ha vinto praticamente tutti i premi sulla piazza (Medaglia Boltzmann, premio Dirac, premio Galileo, premio Lagrange, Medaglia Max Planck). A cui ora si è aggiunto questo riconoscimento per l’insegnamento. Assieme a Rubbia, Parisi è l’unico fisico italiano membro della National Academy of Sciences statutitense: ha lavorato nei campi della cromodinamica quantistica, meccanica statistica, reti neurali e sistemi complessi. E questo scienziato – considerato uno dei più preminenti cervelli italiani in assoluto – si è distinto anche nel campo della comunicazione e dell’insegnamento. Lo conferma, per esempio, Giorgio Martinelli, suo ex-studente attualmente direttore della Scuola Internazionale di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste: “Molti studenti vogliono lavorare con Giorgio non solo per la qualità straordinaria della sua ricerca, ma anche perché è una persona estremamente piacevole. Di conseguenza, ha prodotto generazioni di fisici eccezionali nei campi più diversi, che attualmente ricoprono posizioni in istituti di ricerca e università di tutto il mondo”.

Via: Wired.it

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