Categorie: Vita

Gli utensili sono nati prima del genere Homo

Prima dell’Homo sapiens. Prima di erectus, habilis e Neanderthal, sulla Terra si costruivano già strumenti in pietra, una capacità attribuita di norma solamente ai rami più recenti della famiglia degli ominidi. A dimostrarlo sono una serie di utensili in pietra scoperti di recente in Kenya, che, come descritto in uno studio apparso su Nature, risalirebbe a oltre 3,3 milioni di anni fa, prima cioè della nascita del genere Homo.

Nel regno animale sono diverse le specie, come scimpanzé, oranghi e gorilla, in grado di produrre e utilizzare strumenti. In tutti i casi noti però si tratta di utensili realizzati con legno o altri materiali organici, e per questo fino ad oggi si pensava che la capacità di lavorare la pietra fosse unica del genere Homo. È infatti al nostro ramo della famiglia degli ominidi che appartengono le più antiche testimonianze di strumenti litici disponibili, almeno fino ad oggi Utensili risalenti a circa 2,6 milioni di anni fa, scoperti in Etiopia e appartenenti alla cosiddetta produzione olduvaiana (strumenti in pietra risalenti al paleolitico inferiore).

I nuovi reperti provengono invece dal sito di Lomekwi, nella zona del lago Turkan, in Kenya, e sono più antichi di circa 700mila anni rispetto alla produzione olduvaiana. Si tratta, spiegano gli autori dello studio, di incudini, martelli di pietra (o meglio hammer stones), e pietre appuntite di vari tipi. Strumenti più primitivi di quelli olduvaini, ma che possono dirci qualcosa della specie di ominidi (ancora sconosciuta) che li ha realizzati.

Chiunque abbia prodotto gli utensili di Lomekwi aveva infatti una capacità di presa forte, un buon controllo motorio, e quindi, spiegano gli autori dello studio, potenzialmente anche discrete capacità cognitive. La forma degli strumenti indicherebbe inoltre che venivano utilizzati sbattendoli vigorosamente, per colpire oggetti, o produrre schegge da altre pietre.

I movimenti con cui venivano usati, concludono gli autori, erano quindi più simili a quelli usati oggi da alcune specie di primati per spezzare i gusci dei frutti con le pietre, piuttosto che a quelli, più raffinati, con cui venivano impiegati gli strumenti olduvaiani.

Via: Wired.it

Credits immagine: MPK-WTAP

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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