L’ambiente e la salute pagano le conseguenze di una globalizzazione senza regole. E’ la denuncia del rapporto annuale ‘Ambiente Italia 2003’ di Legambiente, realizzato con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e presentato oggi a Roma. I dati sono allarmanti: 90 mila chilometri di foreste tagliate ogni anno, emissioni di Co2 cresciute fino al 34 per cento e malnutrizione dilagante. Diminuisce l’attesa di vita nell’Africa sub-sahariana e l’Occidente si arricchisce ai danni dei paesi in via di sviluppo. “C’è chi pensa che l’attuale sistema economico sia sostenibile”, spiega Ermete Realacci, presidente di Legambiente, “e che questo sviluppo produrrà benefici per la salute e l’ambiente, ma queste persone ignorano i danni che negli ultimi decenni la crescita industriale ha prodotto sul pianeta”. Sono necessarie, invece, delle politiche forti per indirizzare i processi industriali e economici. Dove c’è stata una politica di riduzione dei gas serra, come in Europa, le emissioni sono scese del tre per cento, mentre negli Stati Uniti, che non hanno disposto nessuna normativa, c’è stato un aumento del 21 per cento. Lo stesso vale per rifiuti ed energia: in Italia, resta grave il problema della criminalità ambientale, la qualità dell’aria cittadina è pessima e le politiche di riduzione dei gas serra sono insignificanti. Ma a minacciare l’ambiente è soprattutto la Legge Obiettivo che rafforza una struttura dei trasporti basata sul trasporto stradale su gomma. Possiamo consolarci con la crescita dell’agricoltura biologica, lo sviluppo delle aree protette e la competitività dell’energia eolica, uniche tracce nostrane di uno sviluppo sostenibile.(r.p.)(giovedì 13 febbraio)
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