Gli abissi della Fossa delle Marianne e l’intricato labirinto della rete non sono sfide abbastanza emozionanti per il regista James Cameron e per il cofondatore di Google, Larry Page. I due infatti, come anche Eric Schmidt (presidente esecutivo di BigG), hanno deciso di unirsi all’avventura spaziale di Planetary Resource Inc, una società dedicata alla ricerca e allo sfruttamento di risorse provenienti dallo spazio la cui fondazione sarà ufficialmente annunciata domani al Museo del Volo di Seattle.
“Questa azienda”, si legge in un comunicato stampa succinto e criptico rilasciato dalla stessa Planetary Resources, “coprirà due settori critici – l’esplorazione dello spazio e la ricerca di risorse naturali – per aggiungere milioni di dollari al PIL globale. Questa innovativa start-up creerà una nuova industria e forgerà una nuova definizione di risorsa naturale”.
Se gli obiettivi appaiono visionari, i capitali su cui può contare la neonata azienda sono ingenti: anche Peter H. Diamandis, Fondatore della X-Prize Foundation (qui il suo intervento a TED del 2005 sull’importanza delle esplorazioni spaziali) nonché cofondatore chairman della Singularity University, ha deciso di investire su quest’impresa. Completano il gruppo di pionieri l’ex responsabile della missioni su Marte della Nasa Eric Anderson, l’ex Microsoft, Charles Simonyi, e K. Ram Shriram, fondatore diSherpalo e board director di Google.
Tra i primi obiettivi della start-up sembra ci sia l’estrazione di materiali come ferro e nickel dagli asteroidi vicini alla Terra. Possibilità di cui si parla da decenni, ma che è sempre rimasta nel novero delle ipotesi a causa dei costi proibitivi e dei lunghissimi tempi di realizzazione. Come ricorda il Washington Post, infatti, secondo uno studio della Nasa pubblicato dal Keck Institute for Space Studies all’inizio del mese, per catturare un asteroide di 500 tonnellate e sette metri di diametro e portarlo in un’orbita intorno alla Luna in modo da poterlo analizzare e sfruttarne i minerali ci vorrebbero circa 2,6 miliardi di dollari, una navicella con un sistema di propulsione solare-elettrico e una missione lunga tra i sei e dieci anni. Insomma, nessun risultato prima del 2025.
Esattamente la stessa data annunciata dal presidente Usa Barack Obama nel parlare di missioni governative simili, in preparazione delle quali la Nasa è già al lavoro con il progetto OSIRIS-Rex. Si tratta di una missione che sarà lanciata nel 2016 con lo scopo di atterrare su di un asteroide, studiarlo e portarne almeno una piccola parte sulla Terra entro il 2023. Per l’identificazione dei candidati asteroidi l’agenzia conta sull’aiuto di astronomi dilettanti con l’occhio perennemente puntato al cielo.
Quali che siano le reali intenzioni della neonata Planetary Resources Inc, tuttavia, non saranno rivelate prima di domani. Un’intervista di Diamandis rilasciata a Forbes a inizio anno, però, può dare qualche suggerimento: “Sin da bambino ho sempre desiderato diventare minatore di asteroidi. Aspettate e vedrete”.
via wired.it
Credit immagine a Emily Lakdawalla, Planetary Society Blogger / Flickr