“Grande fratello” per astronauti

Oltre cento giorni trascorsi in isolamento, chiusi in una struttura che riproduce la navicella spaziale che in futuro prenderà la rotta verso Marte. Così sei astronauti faranno da “cavia” per oltre 70 esperimenti scientifici. L’Italia è coinvolta nel progetto internazionale, patrocinato tra l’altro dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e Agenzia spaziale italiana (Asi), con due studi, tra cui quello dell’Università di Bologna, che si occuperà dei disturbi alimentari e digestivi che gli astronauti potrebbero incontrare nello Spazio.

La simulazione prevede l’isolamento di sei astronauti – quattro russi, uno francese e uno tedesco – all’interno di una struttura identica alla navicella che verrà utilizzata nella missione Mars 500 prevista per il 2030, composta da cinque diversi moduli e costruita presso l’Institute of BioMedical Problems di Mosca. A partire dall’inizio di aprile 2009 saranno simulate le condizioni di vita e i compiti da svolgere sia durante il viaggio di andata e ritorno, sia durante la permanenza sul Pianeta Rosso.

Durante la simulazione, i ricercatori dell’ateneo bolognese studieranno le funzionalità gastrointestinali in condizioni di stress psicologico e fisico. “L’ambiente claustrofobico, il peso delle responsabilità, le difficoltà di comunicazione con l’esterno e l’alimentazione limitata, basata su prodotti liofilizzati e poveri di fibre”, dice a Galileo Aldo Rota, responsabile del progetto, “può portare a problemi della motilità e del transito intestinale, a difficoltà dello svuotamento dello stomaco, ad alterazione della flora batterica e all’irritazione del colon”. Tutte condizioni che possono aumentare ulteriormente lo stress.

I partecipanti stessi controlleranno il proprio stato di salute, inviando direttamente i dati agli scienziati con un ritardo di 40 minuti – proprio come accade nella realtà. Gli strumenti utilizzati, anche se miniaturizzati, provengono dalla comune pratica clinica, come il “breath test”, un’analisi degli elementi presenti nell’aria espirata che rileva le sostanze metabolizzate dall’organismo e gli eventuali problemi nelle diverse fasi della digestione. I ricercatori, inoltre, valuteranno la possibile riattivazione di virus, come quello dell’herpes, in condizioni di stress.

Un secondo progetto italiano, invece, coinvolge la Scuola Superiore Sant’Anna, a Pisa. Gli scienziati in questo caso studieranno i disturbi del sonno, analizzando l’elettroencefalogramma e i parametri fisiologici dei partecipanti. (a.g.)

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