Categorie: Società

I cartoni animati? Più letali di un horror

Sbranati da animali, caduti nel vuoto, uccisi da un colpo di pistola. Non è un bollettino di guerra, ma un breve elenco delle cause di morte più comuni tra i personaggi dei film d’animazione, tanto amati dai bambini, soprattutto nel periodo natalizio. E secondo una ricerca pubblicata dal British Medical Journal, curiosamente (considerato il target dei prodotti), questi eventi sarebbero tutt’altro che episodici. Lo studio mostra infatti che i protagonisti dei lungometraggi animati hanno il doppio delle probabilità di morire rispetto alle loro controparti nei film drammatici e dell’orrore.

“Invece di essere alternative innocue e più leggere ai tipici film horror o drammatici, i cartoni animati per bambini sono un dilagare di omicidi e caos”, commentano gli autori dello studio. I ricercatori hanno guardato (con e senza popcorn, precisano) 45 dei film animati di maggior successo usciti tra il 1937 e il 2013 (da Biancaneve e i Sette Nani, primo lungometraggio animato della storia, a Frozen), analizzando il tempo impiegato da uno dei personaggi principali per morire. I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti dalla visione dei due film drammatici o dell’orrore che hanno incassato di più al botteghino negli stessi anni. Esclusi i decessi non mostrati sullo schermo. È così emerso che i due terzi dei cartoon presi in esame mostra la morte di un personaggio importante (il protagonista, un suo amico o familiare o la sua nemesi), contro la metà dei film per adulti. I più a rischio sono i genitori dei protagonisti: nei film per bambini, la loro probabilità di morire è addirittura cinque volte maggiore.

Se la brutta fine della madre di Bambi ha fatto piangere generazioni di bambini, i ricercatori ricordano anche la morte della mamma del pesciolino Nemo, mangiata da un barracuda dopo appena 4 minuti e 3 secondi dall’inizio del film, e l’uccisione dei genitori di Tarzan nell’omonimo film Disney, sbranati da un leopardo dopo 4 minuti e 8 secondi. Una scia di vittime che non accenna a diminuire dalla cruenta morte della regina cattiva di Biancaneve, colpita da un fulmine, caduta da una rupe e schiacciata da un masso mentre cerca di scappare da sette nani arrabbiati.

“L’esposizione a morte e omicidi sullo schermo potrebbe avere effetti deleteri e a lungo termine, specialmente sui più piccoli”, sottolinea lo studio, ricordando che i bambini tra i due e cinque anni consumano in media 32 ore a settimana di contenuti visuali, film inclusi. Il consiglio dei ricercatori è di non lasciare i bambini soli durante la visione: potrebbero aver bisogno di supporto emotivo dopo aver assistito agli “inevitabili orrori” dei cartoon.

Riferimenti: British Medical Journal doi: 10.1136/bmj.g7184

Credits immagine: Toshimasa Ishibashi/Flickr CC

Alessandra Ballone Burini

Laureata in Biologia Applicata, capisce ben presto di preferire mouse e tastiera a camice e microscopio. Mentre lavora come copywriter nell'editoria per bambini, nel 2014 frequenta il Master SGP all'Università “La Sapienza” di Roma.

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