I fratelli della Terra

Molti dei sistemi extrasolari conosciuti potrebbero ospitare pianeti simili alla Terra. E in una proporzione ben più alta di quanto finora si ritenesse. Lo sostengono Serge Tabachnik e Kristen Menou, astrofisici della Princeton University, nel New Jersey, i quali hanno realizzato una serie di simulazioni al computer relative agli 85 sistemi planetari identificati fino all’agosto 2002, al tempo cioè della loro ricerca, per stimare quanti tra essi possano contenere pianeti abitabili. Questo studio, i cui risultati saranno pubblicati su “The Astrophysical Journal”, è il primo del suo genere a coinvolgere l’intera gamma dei sistemi extrasolari noti. La prima cosa su cui, per ogni sistema, i ricercatori hanno focalizzato l’attenzione riguarda la possibilità che esistano piccoli pianeti, i più probabili candidati ad accogliere la vita, su orbite stabili. L’attrazione gravitazionale esercitata da giganti gassosi simili a Giove, gli unici pianeti extrasolari finora effettivamente rilevati, può infatti forzare eventuali pianeti minori a muoversi su traiettorie instabili, fino addirittura a uscire dal sistema stesso. Così, per essere abitabile, un piccolo pianeta con una superficie solida deve essere adeguatamente lontano dai compagni più grandi per non sentirne l’influenza. E deve anche stare a una distanza idonea dalla sua stella per poter contenere acqua. Tabachnik e Menou hanno calcolato che circa un quarto dei sistemi extrasolari analizzati presentano regioni in cui pianeti di tipo terrestre possono in linea di principio esistere. (f.to.)

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